La provvidenza potrebbe risiedere proprio nella nostra capacità di affrontare la sofferenza.
diacono Tonino Maiorana
Sono giorni di intensa riflessione e di profonda angoscia quelli che stiamo vivendo. Mio fratello ha avuto un arresto cardiaco devastante proprio nella mia casa, nel luogo in cui pensavamo di essere al sicuro, lontani da ogni male. Mi sono chiesto mille volte perché Gesù abbia permesso che una tragedia simile accadesse sotto il nostro tetto. Mi sono aggrappato alla provvidenza di Dio, cercando un senso in questa catastrofe, ma la confusione domina il mio animo.
È difficile descrivere l’incredulità e lo smarrimento provati nel vedere mio fratello. colto da un evento così improvviso e devastante. Nella mia mente risuonano innumerevoli domande senza risposta.
Perché è successo proprio a noi?
Qual è il disegno divino dietro tanto dolore?
In quei primi istanti, ho pensato che tutto facesse parte di un piano più grande, che Dio avesse in serbo per noi un significato nascosto, una lezione da imparare. Ma i giorni passano, e la speranza si mescola alla frustrazione.
Sono trascorse più di due settimane, e mio fratello non ha ancora ripreso coscienza. Ogni giorno che passa aumenta il peso dell’incertezza e la sensazione di impotenza. La sua assenza coscienziale è come un vuoto che avvolge le nostre vite e ci costringe a fare i conti con la nostra vulnerabilità. Mi chiedo incessantemente: perché questa prova così lunga e quale è il suo scopo?
La fede che ho sempre cercato di mantenere salda sta vacillando. Mi sento smarrito, come se stessi navigando senza una rotta precisa in un mare in tempesta. Cerco conforto nella preghiera, ma le risposte sembrano sfuggirmi, e ciò che un tempo sembrava certo adesso si dissolve in un mare di dubbi.
Tuttavia, in questo vortice di emozioni contrastanti, mi viene in mente una cosa: forse non spetta a noi, con i nostri limiti umani, comprendere appieno il disegno divino. Forse il senso di tutto questo non è destinato ad essere chiaro immediatamente. Ciò che possiamo fare è rimanere uniti, sostenere mio fratello con tutta la nostra forza, e continuare a sperare e pregare.
Un versetto che mi offre conforto è Proverbi 3,5-6: “Confida nel Signore con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie ed egli appianerà i tuoi sentieri.” Questo mi ricorda di affidarmi completamente al Signore, anche quando non capisco.
Un’altro brano che mi guida è Romani 8,28: “Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.” Confido che, anche se ora non vedo come, Dio sta lavorando per il bene di mio fratello e della nostra famiglia.
La provvidenza potrebbe risiedere proprio nella nostra capacità di affrontare la sofferenza, di trovare la forza nei momenti più bui e di non perdere mai la speranza. Sento che anche se ora tutto è nebuloso, un giorno potrei guardare indietro e capire che Gesù ha camminato accanto a noi anche in questo doloroso cammino.
Nella mia preghiera finale, rifletto su Geremia 29,11: “Infatti io so i pensieri che medito per voi”, dice il Signore, “pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza.”
Pregherò continuamente, con la speranza che mio fratello si svegli presto dal coma, e potrò finalmente trovare pace sapendo che la provvidenza divina non ci ha mai abbandonato.
Scopri di più da A.M.
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.