diacono Tonino Maiorana
La 33ª domenica del tempo ordinario ci guida a riflettere sulla fine dei tempi, sull’importanza della vigilanza e sull’impegno di vivere in attesa della venuta del Signore. Le letture di oggi ci parlano di un futuro di speranza, ma anche di responsabilità. Attraverso la Parola di Dio, siamo chiamati a prepararci, a essere attenti e a rendere fruttuosa la nostra vita.
La prima lettura (Daniele 12, 1-3):
Il profeta Daniele parla di un tempo di tribolazione in cui gli uomini e le donne di fede saranno salvati. Questo passo evoca l’idea di un risveglio per la vita eterna. La luce della verità e della giustizia trionferà sulle tenebre. È un invito a riflettere su come le nostre scelte quotidiane riflettano la nostra fiducia nella vita eterna che Dio ci promette. “Quelli che hanno portato molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.”
Daniele 12, 1-3 è un passaggio della Bibbia che fa parte dell’ultima visione profetica del profeta Daniele. Ecco un breve riassunto e un’attualizzazione del brano:
Nel capitolo 12, Daniele profetizza un tempo di grande tribolazione, seguito da un momento di salvezza per coloro che saranno scritti nel “libro della vita”. È annunciato l’arrivo di un “grande principe” (spesso interpretato come l’angelo Michele) che si farà portavoce per il popolo di Dio. Inoltre, si parla della resurrezione dei morti, dove i giusti risorgeranno per la vita eterna, mentre i malvagi risorgeranno per la vergogna e la condanna. La bontà e la sapienza dei giusti saranno riconosciute e luminose come le stelle.
Questo brano, nonostante sia di origine antica, offre spunti di riflessione importanti per il mondo contemporaneo. I temi della giustizia, della speranza e della resurrezione possono essere applicati a situazioni moderne in cui gli individui affrontano ingiustizie e sofferenze. La figura di Michele come difensore rappresenta la speranza per coloro che lottano per la verità e la giustizia.
In un contesto sociale e politico spesso caratterizzato da conflitti e divisioni, la promessa di una giustizia finale può incoraggiare le persone a perseverare nel bene, a impegnarsi in cause giuste e a mantenere la speranza in un futuro migliore. Inoltre, il concetto di resurrezione può ispirare riflessioni sulla vita dopo la morte e il significato della vita terrena, invitando a considerare valorosamente le scelte quotidiane e il proprio impatto sul mondo.
Daniele 12, 1-3 ci esorta a rimanere fedeli e attivi nella promozione del bene, offrendo una visione rassicurante che la giustizia sarà, in ultima analisi, riconosciuta e premiata.
La seconda lettura (Ebrei 10, 11-14. 18):
Qui l’autore della lettera agli Ebrei sottolinea il sacrificio di Cristo, che è unico e definitivo. Ci ricorda l’importanza di essere perseveranti nella fede e di non scoraggiarci. Il sacrificio di Cristo ha aperto la strada al perdono e alla redenzione; quindi, in ogni nostro gesto di amore e di servizio, possiamo contribuire a dare vita all’opera di Dio nel mondo. Ogni attesa del Signore ci invita a vivere con responsabilità e gioia.
Nel passo di Ebrei 10, 11-14, 18, troviamo una riflessione profonda sulla superiorità del sacrificio di Cristo rispetto ai sacrifici rituali dell’antico testamento.
Ebrei 10, 11-14 ci ricorda che i sacerdoti dell’antico patto offrivano sacrifici ogni giorno, ma questi non potevano mai perfezionare chi si avvicinava, poiché non portavano una vera redenzione. Al contrario, Cristo offre un solo sacrificio perfetto, attraverso il quale ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati. Questo stabilisce una nuova relazione tra Dio e l’umanità, in quanto con quel sacrificio il peccato è definitivamente soddisfatto.
Il versetto 18, infine, sottolinea che dove c’è perdono, non c’è più bisogno di offrire corsi di espiazione. Questo implica che il sacrificio di Cristo ha obliterato la necessità di ulteriori pratiche rituali per ottenere il perdono.
Il brano mette in evidenza la completezza e l’efficacia del sacrificio di Gesù, ponendo l’accento sulla nuova alleanza stabilita attraverso di lui, portando infine a una relazione di libertà tra il credente e Dio. Questi versetti ci invitano a riflettere sulla potenza del sacrificio di Cristo e sull’insegnamento della grazia e del perdono.
Il Vangelo (Marco 13, 24-32):
Nel Vangelo, Gesù ci parla dei segni della sua venuta e della necessità di essere vigilanti. “Non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga.” Queste parole ci sollecitano a prendere sul serio la nostra vita di fede. Essere vigilanti non significa vivere nella paura, ma piuttosto investire il nostro tempo in preghiera, in opere di carità e in comunione fraterna. Ogni giorno è un’opportunità per rispondere all’invito di Dio e preparare il nostro cuore alla sua venuta.
In quei giorni dopo le difficoltà e le sfide, il Sole si oscurerà e la Luna non brillerà più. Le stelle cadranno dal cielo, e le potenze celesti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’Uomo venire sulle nuvole con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro angoli della terra.
Imparate la lezione dal fico: quando i suoi rami si rinverdiscono e mettono foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che è vicino, alle porte.
In verità vi dico, questa generazione non passerà fino a quando non saranno avvenute tutte queste cose. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Questa attualizzazione richiama a riconoscere i segni dei tempi in cui viviamo e a rimanere vigili e pronti ad accogliere il cambiamento, sapendo che le promesse divine rimangono sempre valide e che ci sono messaggi di speranza anche in mezzo alle difficoltà.
La 33ª domenica del Tempo Ordinario (Anno B) è un momento di riflessione che porta i fedeli a considerare il tema della fine dei tempi e il giudizio finale. Questa domenica, il Vangelo è tratto da Marco 13, 24-32, dove Gesù parla della venuta finale e dei segni che la accompagneranno.
Vigilanza spirituale: La chiamata alla vigilanza non si riferisce solo agli eventi futuri ma anche alla vita quotidiana. Rimanere presenti nel momento attuale e vivere in attesa del Regno di Dio.
Speranza e fiducia: Le letture offrono un messaggio di speranza, sottolineando che, nonostante le difficoltà e i segni inquietanti, Dio è sovrano e ha un piano di salvezza per l’umanità.
Impegno nella comunità: Essere proattivi nella propria comunità, vivendo il messaggio del Vangelo in modo concreto, è un modo per prepararsi e raccogliere frutti nella vita presente.
In questa 33ª domenica, siamo esortati a vivere con uno sguardo rivolto al futuro, senza dimenticare il presente. La nostra vita deve essere una continua preparazione, una continua attesa di quel giorno in cui saremo chiamati a rendere conto. Siamo chiamati non solo a custodire la nostra fede, ma a viverla attivamente, facendo del bene e portando luce nel mondo.
Chiediamo al Signore di aiutarci a rimanere vigilanti, a vivere nella speranza e a diventare testimoni della sua grazia. Che le letture di oggi ci ispirino a vivere con entusiasmo e responsabilità, in modo che, quando il Signore verrà, possiamo accoglierlo a braccia aperte.
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