
L’istituzione del diaconato nella Sacra Scrittura
Il diaconato affonda le sue radici nella Chiesa delle origini, come raccontato negli Atti degli Apostoli. Un passaggio fondamentale è Atti 6,1-7, dove vediamo l’istituzione dei primi “diaconi”:
Atti 6,1-7:
«In quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse un malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivano trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: “Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense. Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della Parola”. Piacque questa proposta a tutto il gruppo ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiochia. Li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani. E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti obbediva alla fede.»
In questo brano, vediamo che i diaconi sono scelti per servire la comunità, in particolare occupandosi della carità (il servizio alle mense) e liberando gli apostoli per dedicarsi alla preghiera e al ministero della Parola. Questo è il modello del diaconato: un servizio che unisce l’annuncio del Vangelo alla cura concreta dei bisogni della comunità.
Il diaconato nel Nuovo Testamento
Oltre agli Atti degli Apostoli, ci sono altri riferimenti nel Nuovo Testamento che ci aiutano a comprendere il ruolo dei diaconi:
1. Filippo il Diacono:
Filippo, uno dei sette scelti in Atti 6, è un esempio di diacono che annuncia il Vangelo e compie segni miracolosi. In Atti 8,26-40, vediamo Filippo che battezza l’eunuco etiope, mostrando come il diacono sia anche un evangelizzatore.
2. Stefano, il primo martire:
Stefano, anch’egli uno dei sette, è il primo martire della Chiesa (Atti 7). La sua vita e il suo martirio mostrano che il diacono è chiamato a testimoniare Cristo fino alla fine, con coraggio e fedeltà.
3. Le lettere paoline:
Nelle sue lettere, San Paolo menziona i diaconi come figure importanti nella comunità. Ad esempio, in Filippesi 1,1, scrive:
«Paolo e Timòteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono a Filippi, con i vescovi e i diaconi.»
In 1 Timoteo 3,8-13, Paolo descrive le qualità richieste ai diaconi:
«Allo stesso modo i diaconi siano dignitosi, non doppi nel parlare, non dediti al molto vino, non avidi di guadagno disonesto, e conservino il mistero della fede in una coscienza pura. Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio. Allo stesso modo le donne siano dignitose, non maldicenti, sobrie, fedeli in tutto. I diaconi siano mariti di una sola moglie, sappiano guidare bene i figli e le proprie famiglie. Coloro infatti che avranno esercitato bene il diaconato, si acquisteranno un grado onorifico e una grande franchezza nella fede in Cristo Gesù.»
Questo testo sottolinea l’importanza della vita virtuosa e della fedeltà nel ministero diaconale.
Il diacono, ministro ordinato
Il diacono è un ministro ordinato, il che significa che ha ricevuto il sacramento dell’Ordine sacro. Questo sacramento, istituito da Cristo, conferisce una grazia speciale per servire la Chiesa in modo particolare. Ci sono tre gradi del sacramento dell’Ordine: il diaconato, il presbiterato (sacerdoti) e l’episcopato (vescovi). Il diaconato è il primo grado di questo sacramento.
Cosa significa essere ordinato?
– Configurazione a Cristo:
Attraverso l’ordinazione, il diacono è configurato a Cristo Servo. Questo significa che, in modo speciale, rappresenta Cristo che è venuto “non per essere servito, ma per servire” (Mc 10,45). La sua vita e il suo ministero sono un segno visibile dell’amore e della dedizione di Cristo per la Chiesa.
– Imposizione delle mani e preghiera consacratoria:
Durante il rito di ordinazione, il vescovo impone le mani sul candidato e recita la preghiera consacratoria. Questo gesto, che risale agli apostoli (cfr. Atti 6,6), è il momento in cui lo Spirito Santo viene invocato per conferire la grazia sacramentale.
– Impegno permanente:
L’ordinazione diaconale è un impegno permanente. Anche se il diacono non è chiamato a celebrare l’Eucaristia, il suo ministero è essenziale per la vita della Chiesa.
Il diaconato oggi: un ministero di servizio e comunione
Oggi, il diaconato è un ministero vivo e dinamico nella Chiesa, che si esprime in tre dimensioni principali: il servizio della Parola, il servizio della Liturgia e il servizio della Carità.
Vediamo ciascuna di queste dimensioni in dettaglio.
1. Servizio della Parola
Il diacono è un ministro ordinato per la predicazione del Vangelo. Questo significa che ha il compito di annunciare la Parola di Dio con autorità e fedeltà. Durante la Messa, è il diacono che proclama il Vangelo e può predicare l’omelia, aiutando i fedeli a comprendere e vivere il messaggio di Cristo nella loro vita quotidiana.
– Proclamazione del Vangelo:
Nella liturgia, il diacono ha il privilegio di proclamare il Vangelo, segno della sua missione di annunciatore della Buona Notizia.
– Catechesi e formazione:
Il diacono è coinvolto nella catechesi, nell’insegnamento della dottrina cristiana e nella formazione dei fedeli, specialmente in preparazione ai sacramenti.
2. Servizio della Liturgia
Il diacono è un ministro ordinato per la liturgia, con compiti specifici nella celebrazione dei sacramenti e nella preghiera della Chiesa.
– Ruolo nella Messa:
Durante la Messa, il diacono assiste il sacerdote o il vescovo. Oltre a proclamare il Vangelo, invita alla preghiera universale, guida i fedeli nello scambio della pace e distribuisce la Comunione. Può anche esporre il Santissimo Sacramento e impartire la benedizione eucaristica.
– Amministrazione dei sacramenti:
Il diacono può amministrare alcuni sacramenti:
– Battesimo: Può celebrare il Battesimo, sia in forma solenne che in caso di necessità.
– Matrimonio: Può celebrare il Matrimonio come testimone ufficiale della Chiesa.
– Esequie: Può guidare le esequie e presiedere ai riti funebri.
Non può celebrare l’Eucaristia, confessare (Riconciliazione) o amministrare l’Unzione degli Infermi, che sono riservati ai sacerdoti, ma presiede la liturgia della Parola.
3. Servizio della Carità
Il diacono è un ministro ordinato per la carità, chiamato a essere un segno visibile dell’amore di Cristo per i poveri e i bisognosi.
– Servizio ai poveri e agli emarginati:
Il diacono è spesso coinvolto in opere di carità, come l’assistenza ai poveri, agli ammalati, ai carcerati e a chiunque si trovi in difficoltà. Questo servizio è una concretizzazione del Vangelo, che invita a “amare il prossimo come se stessi” (Mc 12,31).
– Promozione della giustizia sociale:
Il diacono è chiamato a promuovere la giustizia e la pace nella società, ispirandosi agli insegnamenti sociali della Chiesa.
Il diacono nella comunità
Il diacono è un collaboratore del vescovo e lavora in stretta comunione con i sacerdoti e i laici. È spesso inviato dal vescovo a servire in una parrocchia o in altre realtà ecclesiali, dove svolge un ruolo di animazione e coordinamento.
– Nelle parrocchie:
Il diacono sostiene il parroco nella pastorale, aiutando nella catechesi, nella liturgia e nella carità. È un ponte tra il clero e i laici, incoraggiando tutti a vivere la propria vocazione battesimale.
– Nella società:
Il diacono è chiamato a portare il Vangelo nel mondo, testimoniando Cristo attraverso il servizio e l’amore concreto.
Il diaconato è un ministero ordinato, ricco di significato e di missione.
Il diacono, configurato a Cristo servo, è chiamato a essere un annunciatore del Vangelo, un ministro della liturgia e un testimone della carità. Attraverso il suo servizio, la Chiesa ricorda che la fede si esprime nell’amore concreto per i fratelli e le sorelle.
Con affetto fraterno,
Tonino
Diacono della Chiesa cattolica
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Non mi sembra sia stato messo nel dovuto rilievo il ruolo “specifico” del Diacono “uxorato” nella Pastorale familiare.. Il solito generico: “sostiene il parroco nella pastorale, aiutando nella catechesi, nella liturgia e nella carità, impegnato per i poveri e i bisognosi”,… riduce la missione dei Diaconi sposati. Infatti è nella “PREPARAZIONE DELLE GIARE” il primo “miracolo” della Diaconia..”dei servi (DIAKONOI) di Cana”, ovvero: la Formazione delle famiglie:
– Educazione sentimentale dei giovani e scoperta della “spiritualità sponsale”
– Formazione e consiglio ai fidanzati, in vista del matrimonio, al riconoscimento e discernimento della vera “FIAMMA SPONSALE” (C.d.C. 8, 6-8; Inno alla Carità di S. Paolo ecc..);
– Gruppi famiglia di accompagnamento e formazione permanente alle famiglie;
– Pellegrinaggi ed itinerari spirituali per le famiglie;
– Accompagnamento e sostegno famiglie in crisi;
– Accompagnamento, sostegno e consiglio spirituale e concreto, nelle separazioni;
– Accompagnamento e consiglio presso i tribunali ecclesiastici, nei casi di nullità matrimoniale;
– Accompagnamento, inclusione e partecipazione ecclesiale delle famiglie ormai separate..ed “allargate”
– Accompagnamento e consiglio nelle situazioni di difficoltà nel rapporto genitori -figli;
– Aiuto materiale ed economico alle famiglie in difficoltà (lavoro, alloggio, reddito, salute e malattie,
educazione scolastica, problematiche giovanili carie…ecc..);
– Per un impegno a tempo pieno del Diacono, nella sua vasta, molteplice, profonda, complessa ed
indispensabile missione, sarebbe opportuno che si possa considerare..(come per i sacerdoti), anche per un
diacono sposato e la sua famiglia, il necessario sostentamento economico..(Timoteo 5,18) (1°Cor. 9,7-15).
Per una Koinonia dell’unità e della comunione del popolo di Dio, a mio avviso, è fondamentale e costitutivo il ruolo del Diacono sposato, quale anello di congiunzione più prossimo (direi ontologico, in quanto nel diacono sposato sussistono entrambi i sacramenti), fra sacramento dell’ordine e sacramento del matrimonio; fra il ministero ordinato (vescovo presbitero diacono) e il popolo dei “Christifideles laici” battezzati e cresimati, insomma.. fra clero e laici!
Per concludere: se all’insegna del trinomio: Parola-Liturgia-Carità per il Diacono, si omette la “Grande Missione della formazione della famiglia” ..si rischia una vera e propria..” CLERICALIZZAZIONE” del Diaconato uxorato.
Con rispetto e stima…cari Saluti
Grazie Santi per la tua riflessione. Hai evidenziato un’altra sfaccettatura del ministero diaconale. Buona domenica
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