
diacono Tonino Maiorana
Domenica VIII «per annum» (verde)
«La bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda»
LEZ. FEST. Anno C
Sir 27,5-8: Non lodare nessuno prima che abbia parlato.
Sal 91: E’ bello rendere grazie al Signore.
1 Cor 15,54-58: Ci ha dato vittoria per mezzo di Gesù Cristo.
Lc 6,39-45: La bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
Cari fratelli e sorelle,
oggi la Parola di Dio ci invita a riflettere su un tema centrale nella nostra vita: l’autenticità del cuore e la coerenza tra ciò che siamo e ciò che manifestiamo al mondo. Attraverso i brani di oggi, il Signore ci guida a comprendere che la nostra vita è un riflesso di ciò che abita nel nostro intimo.
La prova del cuore: le parole e le azioni
Nel libro del Siracide (Sir 27,5-8) ci viene ricordato che non possiamo giudicare una persona prima di averla ascoltata. Le parole che pronunciamo sono come un setaccio che rivela la qualità del nostro cuore.
Il testo ci invita a riflettere: cosa esce dalla nostra bocca?
Parole di gratitudine, di amore, di incoraggiamento, o al contrario, critiche, giudizi e amarezza?
Nella nostra vita quotidiana, quante volte ci capita di giudicare gli altri senza conoscerli veramente?
Quante volte, magari nel lavoro o in famiglia, ci lasciamo trascinare da pregiudizi o da chiacchiere superficiali?
Il Siracide ci esorta a essere prudenti, a non lodare né condannare troppo in fretta, perché è solo nel tempo e nell’ascolto che si rivela la verità di una persona.
La gratitudine che nasce dal cuore
Il Salmo 91 ci ricorda che “è bello rendere grazie al Signore”. La gratitudine è un segno di un cuore che riconosce i doni di Dio.
Ma perché spesso fatichiamo a essere grati?
Forse perché siamo troppo concentrati su ciò che ci manca, piuttosto che su ciò che abbiamo ricevuto.
Nella nostra famiglia, quante volte diamo per scontati i gesti d’amore dei nostri cari?
E con gli amici, siamo capaci di riconoscere e apprezzare la loro presenza?
La gratitudine è un atteggiamento che trasforma il cuore e ci rende più gioiosi, più capaci di vedere il bene anche nelle piccole cose.
La vittoria di Cristo nella nostra vita
San Paolo, nella prima lettera ai Corinzi (1 Cor 15,54-58), ci annuncia una grande verità: in Cristo abbiamo già la vittoria. La morte e il peccato non hanno più l’ultima parola. Questa certezza deve illuminare la nostra vita, soprattutto nei momenti di difficoltà.
Quante volte, di fronte alle sfide del lavoro, alle tensioni in famiglia o alle delusioni nelle relazioni, ci sentiamo sconfitti?
Paolo ci ricorda che, grazie a Cristo, possiamo affrontare ogni prova con coraggio, sapendo che Lui è con noi. La nostra fede non è un’illusione, ma una forza che ci sostiene e ci spinge a non arrenderci mai.
Il frutto rivela l’albero
Nel Vangelo (Lc 6,39-45), Gesù ci offre un’immagine molto chiara: “Ogni albero si riconosce dal suo frutto”. La nostra vita è come un albero: ciò che portiamo nel cuore si manifesta nelle nostre parole, nelle nostre azioni, nelle nostre scelte.
Gesù ci mette in guardia dall’ipocrisia: non possiamo pretendere di essere buoni cristiani se nel nostro cuore albergano rancore, invidia o egoismo. La coerenza tra fede e vita è essenziale. Nella famiglia, nel lavoro, con gli amici, siamo chiamati a essere testimoni autentici dell’amore di Dio.
Attualizzazione: dove inizia il cambiamento?
Cari fratelli e sorelle, la Parola di oggi ci chiede di fare un esame di coscienza: cosa sta crescendo nel giardino del nostro cuore?
Quali semi stiamo coltivando?
- Nella famiglia, siamo chiamati a costruire relazioni basate sull’amore e sul perdono.
Quante volte le nostre parole feriscono invece di edificare?
- Nel lavoro, siamo chiamati a essere onesti, generosi e rispettosi.
Le nostre azioni riflettono la nostra fede?
- Con gli amici, siamo chiamati a essere sinceri e leali. Sappiamo ascoltare senza giudicare?
Il cambiamento inizia dal cuore. Solo se lasciamo che Cristo trasformi il nostro intimo, potremo portare frutti di pace, di gioia e di amore.
Fratelli e sorelle, oggi la Parola di Dio ci invita a guardarci dentro, a riconoscere le nostre fragilità, ma anche a confidare nella vittoria di Cristo. Lui è la nostra forza, la nostra speranza.
Chiediamo al Signore la grazia di avere un cuore puro, capace di amare senza riserve, di perdonare senza condizioni, di vivere nella gratitudine e nella gioia. Solo così potremo essere, come ci ricorda Gesù, “alberi buoni” che portano frutti di vita eterna.
Amen.
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