
diacono Tonino Maiorana
LEZ. FEST. Anno C V domenica ordinario
Is 6,1-2a.3-8: Eccomi, manda me!
Sal 137: Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.
1 Cor 15,1-11 (opp. 15,3-8.11): Così predichiamo e così avete creduto.
Lc 5,1-11: Lasciarono tutto e lo seguirono.
Carissimi fratelli e sorelle,
oggi ci ritroviamo insieme, riuniti in questo sacro momento di riflessione e di condivisione spirituale, per esplorare alcune pagine preziose della Scrittura. Questi antichi testi, che ci parlano attraverso i secoli, offrono spunti profondi e illuminanti per la nostra vita quotidiana. Dalla straordinaria chiamata del profeta Isaia, alla celebrazione della grande gloria del Signore nel Salmo, passando per l’invito appassionato dell’apostolo Paolo ai Corinzi, fino alla toccante scena del Vangelo secondo Luca, possiamo riconoscere un filo conduttore che ci unisce: la chiamata divina e la risposta umana, la disponibilità a lasciare ciò che conosciamo per abbracciare una nuova strada che Dio ci invita a seguire.
Isaia: “Eccomi, manda me!”
Nel brano che ci presenta il profeta Isaia, assistiamo a una visione straordinaria e quasi ineffabile. La magnificenza e la sacralità della presenza di Dio lo circondano e lo purificano, e in quel momento di estasi e di chiarificazione, colpito dalla grandezza del Signore, Isaia risponde con il suo potente: “Eccomi, manda me!”. Questa espressione non è semplicemente un gesto di disponibilità; essa rappresenta una profonda connessione e un’intima alleanza con la missione divina che si sta manifestando. Ognuno di noi, in diversi momenti della vita, può incontrare Dio in modi unici e sorprendenti: può essere attraverso una sofferenza inaspettata, una gioia che ci riempie l’anima, o una chiamata interiore che risuona nel profondo del nostro cuore. Quante volte, anche noi, di fronte a situazioni che ci mettono alla prova, troviamo il coraggio e la forza di dire “Eccomi”?
In famiglia, per fare un esempio, possiamo trovarci in situazioni in cui siamo chiamati a prendere decisioni difficili o a dare supporto a un familiare in difficoltà. Gli amici, a volte, possono vivere crisi esistenziali e ansie profonde, e possono avere bisogno non solo di una parola di conforto, ma di una presenza silenziosa e intensa, ma al contempo forte. La nostra disponibilità, proprio come quella di Isaia, può fare la differenza nella vita di coloro che ci circondano e costituisce un’opportunità straordinaria per rispondere alla chiamata di Dio.
Salmo 137: “Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.”
Il Salmo ci invita ardentemente a rendere gloria a Dio. La nostra vita, le nostre relazioni e il nostro lavoro dovrebbero diventare una continua lode al Signore. Eppure, possiamo riconoscere che spesso, nelle frenesie della routine quotidiana, nelle preoccupazioni e nelle ansie che ci accompagnano, rischiamo di dimenticare di alzare lo sguardo e riconoscere la grandezza e la magnificenza di Dio che è sempre presente. Ricordiamoci che, anche nei momenti di difficoltà e di prova, possiamo trovare motivi per cantare e lodare il Signore.
Potremmo porci la domanda: come possiamo rendere le nostre vite un canto di gloria al Signore? Magari dedicando tempo a chi più ne ha bisogno, trovando preziose occasioni per esprimere gratitudine e generosità, o semplicemente osservando la bellezza della creazione che ci circonda e lasciandoci ispirare da essa. Ogni atto di gentilezza, ogni parola di incoraggiamento diventa una nota in questo canto che, sebbene possa sembrare piccolo, si unisce a un’armonia più grande che glorifica il nostro Creatore.
1 Corinzi: “Così predichiamo e così avete creduto.”
Nella lettera che Paolo scrive ai Corinzi, egli testimonia con forza e chiarezza l’essenza della fede cristiana, che culmina nella risurrezione di Cristo. Questa è la nostra speranza, il motivo per cui decidiamo di seguire il Signore. In un mondo in cui la fede può sembrare vacillante e incerta, è fondamentale che ci impegniamo a testimoniare ciò che abbiamo ricevuto, sempre con gioia e convinzione.
Nei nostri ambienti di lavoro e nelle relazioni quotidiane, spesso ci troviamo ad affrontare sfide che mettono alla prova le nostre convinzioni e la nostra fede. Che testimonianza di fede offriamo? In che modo possiamo essere esempi di integrità, amore e dedizione, mostrando come la nostra vita è influenzata dalla certezza della risurrezione? Le nostre parole e le nostre azioni, ispirate dalla fede che nutriamo nel nostro cuore, possono toccare i cuori dei nostri colleghi, amici e familiari, portando un messaggio di speranza e amore in un mondo che ha tanto bisogno di entrambe.
Luca: “Lasciarono tutto e lo seguirono.”
Infine, nel Vangelo di Luca, troviamo una scena che parla al profondo del nostro essere: i discepoli rispondono alla chiamata di Gesù lasciando le loro reti, un gesto di abbandono che è tanto radicale quanto necessario. Questo atto di fiducia richiede coraggio e una profonda fede in ciò che è a venire. In un’epoca in cui spesso abbiamo difficoltà a lasciarci alle spalle le nostre certezze e le nostre comodità, siamo chiamati a riconsiderare le nostre vere priorità. Quante delle cose di cui ci circondiamo sono realmente essenziali?
Quando scegliamo di seguire il Signore, è fondamentale comprendere che non siamo soli. La nostra comunità cristiana ci sostiene e ci accompagna; insieme, possiamo affrontare le sfide della vita, anche quelle più impegnative. Lasciare tutto per seguire Cristo non significa abbandonare le nostre responsabilità o le nostre relazioni significative, ma piuttosto viverle con una nuova intenzione e consapevolezza, con la coscienza profonda che dietro ogni nostra azione c’è un riflesso dell’amore di Dio, che ci ha preceduti e ci sostiene in questo cammino.
Dunque, cari amici, siamo chiamati a rispondere come Isaia, a lodare con passione come il salmista, a testimoniare con fermezza come Paolo, e a lasciare tutto per seguire Gesù in ogni nostra azione quotidiana. Che la nostra vita, in ogni suo aspetto, possa diventare un’eco potente di quell’incontro profondo con il Signore, un canto di gloria e di lode, una testimonianza autentica di fede, e una risposta coraggiosa e generosa alla Sua chiamata divina. È proprio in questo percorso di fiducia e abbandono che possiamo trovare la nostra vera realizzazione e la nostra pace interiore. Amen.
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Ci sono frasi e omelie in cui mi sono identificata, come se, in quel momento fossero rivolte a me, che mi hanno dato e continuano a darmi la forza e il coraggio di credere nella fede come strumento per affrontare i problemi particolari che la vita ti pone innanzi. Le frasi “Oggi ti chiamo”, titolo di un canto e “Eccomi, manda me” riferite al commento della prima lettura hanno un significato particolare per me.
Grazie Don Tonino.