
Domenica II Tempo Ordinario anno C
diacono Tonino Maiorana
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
riflettiamo insieme su alcuni brani della Sacra Scrittura che, con la loro profondità e ricchezza di significato, ci parlano dell’amore immenso di Dio per noi e della nostra vocazione a vivere in comunione non solo con Lui, ma anche gli uni con gli altri, in una comunità unite dalla fede. È importante, in questo momento di riflessione, prenderci il tempo necessario per meditare queste parole, lasciando che penetrino nei nostri cuori e nelle nostre menti per guidare le nostre azioni quotidiane.
Nel primo brano che consideriamo, dal libro del profeta Isaia (62,1-5), troviamo un’immagine davvero potente e suggestiva: “Gioirà lo sposo per la sposa”. Questo passaggio non è solo una bella metafora; esprime in modo chiaro e vibrante la gioia profonda che Dio prova per il suo popolo. La relazione che Dio ha con l’umanità è paragonata a quella di uno sposo che celebra con gioia la sua sposa nel giorno delle nozze. È una rappresentazione vivida che sottolinea il fatto che l’amore di Dio non è un amore distante, né indifferente; è, invece, un amore vicino, attento e premuroso, un amore che si esprime attraverso un legame profondo e indissolubile. Questo brano ci ricorda che ognuno di noi è al centro del cuore di Dio, voluto e amato senza riserve, e che la nostra vita trova il suo vero significato e la sua pienezza solo nel riconoscerci come “spose” del Signore, parte della sua meravigliosa creazione.
Proseguendo, nel Salmo 95, ci viene fatto un invito eloquente: “annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore”. È un mandato che scaturisce dall’esperienza di gioia profonda che abbiamo nel ricevere e vivere l’amore di Dio. Ogni giorno, nei piccoli e grandi eventi che accadono nella nostra vita, possiamo riconoscere i segni tangibili della sua bontà e della sua presenza. La nostra testimonianza diventa così un canto di lode, un invito a condividere con gli altri le meraviglie che abbiamo vissuto e scoperto nella nostra vita. Non ci è chiesto di tenere tutto per noi; al contrario, siamo esortati a far conoscere gli atti straordinari di Dio a chi ci circonda: nella famiglia, tra amici, e nei nostri ambienti di lavoro. Possiamo essere luce per gli altri, testimoni di un amore che trasforma e arricchisce.
Successivamente, nella lettera ai Corinzi (1 Cor 12,4-11), San Paolo ci parla della varietà e della ricchezza dei doni dello Spirito Santo, che ciascun cristiano riceve. Ogni dono e ogni talento sono unici, eppure tutti noi siamo chiamati ad utilizzarli per il bene della comunità. Qui troviamo una vera chiamata alla responsabilità: ogni dono e ogni capacità che possediamo è un modo per partecipare attivamente alla costruzione del Regno di Dio sulla terra.
In questa luce, è importante chiederci: come stiamo utilizzando i nostri talenti nel quotidiano? Dobbiamo valutare se siamo realmente disponibili a mettere le nostre capacità al servizio degli altri, a guidarli e a sostenerli nel loro cammino.
Infine, nel Vangelo di Giovanni (Gv 2,1-11), siamo testimoni del primo miracolo compiuto da Gesù durante le nozze di Cana. In questo racconto, vediamo chiaramente come l’amore di Dio si manifesti anche nei momenti di bisogno. Quando le riserve di vino si esauriscono, Gesù trasforma l’acqua in vino, rivelando non solo la sua potenza divina, ma anche l’abbondanza del suo amore e il desiderio di rendere le nostre vite gioiose e complete. La bellezza di questo evento sta nel fatto che, in un contesto di festa e di celebrazione, Dio si fa presente e agisce attraverso un atto di generosità straordinaria. Questo ci invita a riconoscere e a riflettere sul fatto che Dio è presente anche nei piccoli dettagli della nostra vita e che desidera che la nostra esistenza sia piena di significato, bellezza e abbondanza, ogni giorno.
Carissimi, questi brani ci parlano di un Dio che si fa sposo della nostra anima, che celebra la nostra bellezza, la nostra unicità, e ci chiama ad un coinvolgimento attivo nel suo piano di salvezza. Siamo tutti invitati a condividere la gioia delle celebrazioni divine nella nostra vita quotidiana, a riconoscere e utilizzare i nostri doni per il bene comune e a lasciarci sorprendere dalle meraviglie che Dio opera in noi e attraverso di noi.
Nella nostra vita di famiglia, nelle relazioni con gli amici e nell’ambiente di lavoro, abbiamo l’opportunità di diventare canali dell’amore di Dio. Ogni gesto di gentilezza, ogni parola di conforto, ogni atto di servizio autentico nei confronti degli altri, è un modo per annunciare al mondo le meraviglie del Signore. Impegniamoci ogni giorno a far sì che la nostra vita diventi un canto di lode, un vero e proprio segno dell’amore divino che ci avvolge, ci nutre e ci sostiene anche nei momenti più difficili.
Concludiamo questa riflessione con la preghiera sincera che il nostro cuore possa sempre essere aperto all’amore di Dio, affinché, come la sposa amata e accolta con gioia, possiamo rispondere a questo amore di Dio con una vita ricca di gioia, gratitudine e servizio incondizionato.
Amen.
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