diacono Tonino Maiorana
Carissimi, oggi ci ritroviamo insieme per riflettere approfonditamente su alcune letture che sono particolarmente ricche di significato e profondità, e che ci invitano a comprenderne meglio il mistero dell’incarnazione e della sapienza divina che abita in mezzo a noi. La sapienza, la quale è presente fin dall’inizio nei testi sacri, ci rivela non solo la presenza di Dio nel mondo, ma, in modo particolare, quella manifestazione tangibile della Sua presenza nelle pieghe della nostra vita quotidiana.
Nella prima lettura dal libro del Siracide (Sir 24, 1-4. 12-16), la sapienza viene personificata e rappresentata come un dono prezioso che Dio ha voluto generosamente condividere con il suo popolo eletto. Essa non è un semplice insieme di insegnamenti utili, ma è una presenza viva e vibrante che illumina ogni passo del cammino dell’uomo. È il riflesso dell’immenso amore di Dio che si manifesta attraverso la storia, portando con sé la luce della verità e della giustizia. La sapienza risuona nei cuori di coloro che la cercano con fervore, rendendo visibile l’invisibile, e ci ricorda che la vera conoscenza di Dio è profondamente connessa all’esperienza concreta della sua continua e amorevole presenza.
Il Salmo 147, invita alla contemplazione, troviamo un’affermazione potente e incisiva: “Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi”. Questa affermazione rappresenta una delle verità fondamentali della nostra fede: Dio non è rimasto distante e lontano, ma ha scelto deliberatamente di avvicinarsi a noi, di vivere tra di noi, di fare compagnia alle nostre esistenze. La nostra vita, con le sue gioie scintillanti e le sue inevitabili sofferenze, diventa così un luogo privilegiato di incontro con il divino. Siamo chiamati a riconoscere la presenza di Cristo, che abita in ciascuno di noi, nelle relazioni e nelle comunità in cui ci troviamo a vivere. Questo è un invito a non cercare Dio in luoghi lontani e astratti, ma a riconoscerlo proprio nelle situazioni quotidiane e nei volti delle persone con cui interagiamo.
La lettera agli Efesini (Ef 1, 3-6.15-18) ci offre poi un’ulteriore e più profonda prospettiva sul piano di salvezza che Dio ha messo in atto attraverso la figura di Gesù. Qui, l’apostolo Paolo ci ricorda, con parole cariche di affetto e di conforto, che, per pura grazia, Dio ci ha predestinati a essere Suoi figli adottivi in Cristo. Immaginate il dolce e inebriante conforto che proviene da questa verità profonda: non siamo orfani nel mondo, vagabondi senza meta, ma figli di un Dio che ci ama intensamente e ci ha scelto con cura e saggezza. Ogni giorno, ci viene offerta la possibilità preziosa di coltivare la nostra identità di figli e figlie, invitandoci a una vita di santità e pienezza. Questo amore paterno non è solo un concetto astratto e distante, ma è qualcosa che deve manifestarsi e riflettersi nelle nostre azioni quotidiane, nei nostri comportamenti e nelle scelte che facciamo.
Infine, nel Vangelo di Giovanni (Gv 1, 1-18), troviamo una delle affermazioni più rivoluzionarie e significative della fede cristiana: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Qui è racchiuso il mistero dell’incarnazione, un mistero che ha il potere di cambiare profondamente il volto della storia umana. La Parola di Dio, eterna e infinita, si fa fragile e vulnerabile, inserendosi nella nostra umanità con tutto il suo carico di dolore e di gioia. Mentre ci invita a una relazione intima e personale, Dio ci offre anche uno straordinario modello di come vivere nel mondo: un invito a vivere con amore, compassione e verità, cercando sempre di rispondere al bisogno degli altri.
Carissimi, cosa significa per noi oggi che Dio abbia preso dimora tra noi? Significa che siamo chiamati a riconoscere e a servire il Cristo presente nel nostro prossimo, a costruire relazioni che siano basate sulla giustizia, sulla solidarietà e sulla pace. Significa che la nostra vita deve riflettere quella luce prodigiosa che abbiamo incontrato, un faro di speranza e di amore per chi ci circonda e per chi attraversa momenti difficili.
Preghiamo affinché, accogliendo con umiltà la sapienza di Dio e la Sua meravigliosa presenza in mezzo a noi, possiamo realmente diventare testimoni autentici del Suo amore nel mondo. Che ogni giorno ci possa essere richiesto, e che noi possiamo rispondere con gioia e generosità, di essere portatori di luce e di speranza nelle vite degli altri. Ricordiamo sempre con gratitudine e meraviglia che il Verbo si è fatto carne e abita non solo in noi, ma anche tra noi.
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