Gesù oggi ci interpella sulla misura e sulla qualità della nostra fedeltà. Ci chiede una fedeltà autentica e trasparente, senza ambiguità. Una fedeltà assoluta a Lui, messa a dura prova dalle ambiguità del mondo.
Lo Spirito Santo disponga i nostri cuori ad accogliere la Parola ed il Pane di Vita.
La Parola che oggi ascoltiamo è una requisitoria senza appello contro le ricchezze che incatenano la vita dell’uomo e gli impediscono di amare Dio, i fratelli e sé stesso nella maniera più nobile. Nella lettera a Timoteo, Paolo indica dove sta la vera ricchezza.
L’Eucaristia è un cibo modesto all’apparenza, pane e vino senz’altro sono il cibo delle case visitate da sorella povertà. Se offriamo noi stessi nella nostra povertà, Dio ci restituisce a noi stessi con ricchezza più grande: la sovrabbondanza del suo amore.
Come poveri affamati, accostiamoci al Signore, per essere nutriti gratuitamente da lui, e dichiariamogli la nostra eterna riconoscenza.
PREGHIERA
Viene per tutti il momento, Gesù, in cui la scelta si impone.
Piccola o grande che sia, essa mette in evidenza quanto una ricchezza sia pericolosa se vi si attacca il cuore al punto di fare di tutto pur di non perderla.
Tu lo sai bene, Gesù: ho anch’io qualcosa a cui sono attaccato, qualcosa che difendo con i denti, qualcosa che non sono disposto a donare,
qualcosa che non vorrei mai perdere.
A modo mio, dunque, devo fare anch’io i conti con una ricchezza pericolosa.
Tu mi chiedi di sorvegliare il mio cuore, di mettere alla prova la mia generosità, la mia prontezza, a porre mano al cuore prima che al portafoglio quando si tratta di soccorrere qualcuno che è in difficoltà.
E mi suggerisci di utilizzare tutto quello che ho per aiutare i poveri perché saranno loro un giorno ad accogliermi nella tua casa.
Amen!