
In una sera d’estate che profuma di silenzio e commozione, la chiesa di Santa Maria Assunta di Pozzo di Gotto si è riempita di anime ferite ma unite, di volti giovani bagnati di lacrime, di cuori che battono all’unisono nel nome di un dolore che ha colpito tutti: la tragica scomparsa di Mattia e Simone, due ragazzi amati, sorridenti, pieni di vita, strappati troppo presto a questo mondo.
Alle ore 20:30, le porte della chiesa si sono aperte a migliaia di persone: amici, compagni di scuola, insegnanti, dirigenti scolastici, semplici cittadini, tutti uniti in un unico abbraccio. Il momento di preghiera, guidato da padre Santino Colosi, è stato un’intensa invocazione a Dio, un grido silenzioso fatto di dolore e di speranza, di fede che nonostante tutto non vacilla.
Una comunità in cammino
Terminata la preghiera, una fiaccolata ha attraversato le strade della città, come un fiume di luce che si dirigeva verso il luogo dell’incidente, lì dove la vita di Mattia e Simone si è spezzata. In quelle fiaccole c’era tutto: il pianto, l’incredulità, il bisogno di stringersi, di non lasciare che l’ultima parola fosse la morte.
Studenti, famiglie, docenti: in tantissimi hanno voluto esserci. Presenti i dirigenti scolastici dell’Istituto D’Alcontres di Barcellona, dell’ITT Majorana di Milazzo, e dell’ITT Copernico di Barcellona, a testimonianza di quanto profondo sia il legame tra scuola e alunni, soprattutto nei momenti più bui. La dirigente Patrizia Italia, con voce commossa, ha ricordato i primi giorni di scuola media di Mattia e Simone, restituendo a tutti l’immagine viva e dolcissima di due ragazzi che avevano appena cominciato a sognare.
Un dolore condiviso
Particolarmente numerosa la presenza della comunità scolastica dell’ITT Ettore Majorana, dove Mattia era studente. Accanto al dirigente dott. Bruno Lorenzo Castrovinci, hanno preso parte il prof. Emilio Arlotta, vice preside, e il professore Giuseppe Bucca e tantissimi altri docenti, visibilmente commossi. C’erano tantissimi studenti: un popolo di giovani raccolti nel dolore, ma anche nella promessa di non dimenticare.
La voce dei cuori spezzati
I compagni di classe di Mattia e Simone, con una forza che ha commosso l’intera assemblea, hanno letto parole che non sembravano solo lettere su carta, ma grida d’amore, ricordi, sogni interrotti, promesse eterne.
“Caro Mattia, non ci sono parole per definire come ci hai lasciati…”
“Via Kennedy, dove passavi tutti i giorni, è ora un luogo che mi ricorda la tua presenza…”
“Spero che tu possa sentire tutto l’affetto che ancora ci lega a te…”
Parole intense, vibranti, vere. Parole che raccontano l’amico, il fratello, il compagno generoso, il ragazzo dal sorriso contagioso, capace di accorgersi di chi stava male e di correre subito a donare un po’ di luce.
Uno dei passaggi più toccanti è stato quello in cui si ricordava l’ultimo giorno di scuola, quando un amico racconta di essere stato a casa di Mattia, accompagnato proprio da lui col motorino. “Non sapevo che sarebbe stata l’ultima volta”, ha sussurrato, tra i singhiozzi. E un brivido è corso lungo la schiena di tutti.
Il dolore che unisce, la luce che resta
n un tempo che corre veloce, dove tutto sembra consumarsi in fretta, questi giovani hanno dimostrato che l’amore non ha scadenze. Che la morte, per quanto dolorosa, non spezza i legami profondi. Che Mattia e Simone continueranno a vivere nei sorrisi, nei gesti, nei ricordi, nelle risate che riecheggeranno ancora tra i banchi di scuola, tra le strade del paese.
La canzone finale, “Ovunque sarai” di Irama ha chiuso un cerchio di emozioni, lasciando in ognuno la certezza che non è finita qui. Che qualcosa di grande è stato seminato da questi due ragazzi, e che crescerà nei cuori di tutti quelli che li hanno conosciuti e amati.
La Parola che illumina
Padre Santino Colosi, al termine della cerimonia, ha consegnato a tutti un’immagine di speranza e resurrezione, ricordando le parole di Gesù nel Vangelo:
«Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12,24).
Un seme è stato piantato, in mezzo al dolore. E da questo sacrificio, dalla vita spezzata troppo presto di Mattia e Simone, nasceranno certamente frutti di bene, di amore, di unità. Perché chi ha amato davvero, non muore mai: continua a vivere in chi porta avanti il suo esempio, nella luce di ogni fiaccola accesa, in ogni passo di questa lunga fiaccolata del cuore.
Mattia, Simone, oggi non siete stati ricordati: siete stati abbracciati. Dai vostri amici, dalle vostre famiglie, da una città intera. Il dolore è grande, ma lo è anche l’amore. E come avete insegnato a tanti, sarà l’amore a vincere. Sempre.
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