
Un racconto mio, marito e compagno di vita
Ci sono giorni che non si dimenticano.
Giorni che non seguono il ritmo dell’orologio, ma quello del cuore.
Giorni in cui le parole sembrano piccole rispetto a ciò che si prova dentro,
ma che vanno comunque dette, perché è giusto così.Oggi è uno di quei giorni.
Non è solo il giorno in cui mia moglie Mimì va in pensione.
È il giorno in cui si chiude un capitolo importante della sua vita, ma non finisce nulla.Oggi inizia un tempo nuovo.
Ma prima di voltare pagina, sento il bisogno, il dovere,
e la gioia profonda di dire grazie.
Mimì ha vissuto la scuola non come un semplice luogo di lavoro,
ma come una parte della sua anima.
Ogni mattina usciva di casa con la consapevolezza che lì,
tra quelle mura, avrebbe trovato volti, cuori, storie.
E si è sempre donata con generosità, con responsabilità, con cura.
Io l’ho vista nei suoi silenzi prima di una riunione importante,
nei suoi pensieri serali dopo un colloquio difficile,
nella sua commozione davanti a un semplice “grazie” ricevuto da un alunno.
La sua missione è stata quella dell’ascolto,
quella dell’accoglienza,
quella della presenza.
Mimì non è stata una semplice insegnante.
È stata una guida, una sorella, un faro discreto,
capace di tenere accesa la luce anche quando tutto sembrava farsi più buio.
L’hanno cercata colleghi in difficoltà,
studenti smarriti, genitori confusi.
E lei non ha mai risparmiato tempo né cuore.
Durante la cerimonia di saluto, le parole della dirigente scolastica
mi hanno profondamente toccato:
“Mimì è stata un punto di riferimento per tutti.
Ha lasciato un’impronta luminosa fatta di competenza, gentilezza e umanità.
La sua assenza si farà sentire, ma ciò che ha seminato continuerà a vivere.”
E sì, è vero. Mimì ha seminato tanto.
L’ha fatto con lo sguardo di chi crede ancora nei giovani,
con la pazienza di chi sa che ogni cuore ha il suo tempo per aprirsi,
con la tenacia di chi non si stanca mai di fare il bene.
Chi ha condiviso con lei anche solo un tratto di strada
sa che la sua presenza non è mai stata invadente,
ma sempre essenziale.
E mentre tutti la salutavano con affetto e commozione,
io l’ho guardata con gli occhi di chi ha vissuto tutto questo dall’altra parte.
Ho visto le albe delle corse, le notti delle preoccupazioni,
le gioie raccontate a cena,
le lacrime tenute dentro, per dignità e rispetto.
E allora, in mezzo a tutto questo,
sentivo nascere dentro di me parole che avevo bisogno di dirle pubblicamente:
A te, Mimì, donna forte e meravigliosa,
oggi non si chiude una porta, ma si apre un orizzonte.
Hai donato alla scuola anni di dedizione, pazienza, passione.
Hai accompagnato generazioni con il cuore in mano e il sorriso sulle labbra,
portando luce dove c’era stanchezza, speranza dove regnava il dubbio.
Il tuo impegno non è mai stato un semplice lavoro:
è stata una missione, una carezza quotidiana,
una presenza silenziosa ma indispensabile.
Ora è tempo di prenderti cura di te con la stessa attenzione
che hai sempre riservato agli altri.
È il tempo di respirare a pieni polmoni la bellezza dei giorni lenti,
dei sogni rimandati, dei piccoli grandi piaceri della vita.
Io, che ti ho visto correre senza mai stancarti,
che conosco ogni tua notte insonne e ogni tuo sorriso regalato,
oggi ti dico grazie.
Grazie per l’esempio, per l’amore, per la dignità con cui hai percorso ogni passo.
Ti meriti tutto il bene del mondo,
e io sarò al tuo fianco per viverlo con te,
ogni giorno, mano nella mano,
nella gioia di questo nuovo inizio che profuma di libertà e di promessa.
Oggi tanti ti hanno salutata con parole affettuose,
ognuno con il proprio tono, con la propria emozione.
Ma il vero saluto è quello che si porteranno dentro tutti coloro
che ti hanno incontrata, anche solo una volta.
Perché di te resterà il ricordo limpido,
il tuo modo gentile di dire la verità,
la tua capacità di fare del bene senza far rumore.
Cara Mimì,
oggi chiudi una porta… ma apri il balcone.
Entra aria nuova, luce diversa.
E io sono qui,
a guardarti vivere questa nuova stagione,
a camminarti accanto, come ho sempre fatto,
con una certezza:
il meglio deve ancora venire.
Con amore e con immensa gratitudine,
Tonino
Autore
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