
LEZ. FEST. Anno C (pag.209)
At 14,21b-27: Riferirono alla comunità tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro.
Sal 144: Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.
Ap 21,1-5a: Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi.
Gv 13,31-33a. 34-35: Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri.
Carissimi fratelli e sorelle,
ci troviamo nel cuore del Tempo di Pasqua, tempo di luce e di speranza, in cui la Chiesa ci invita a contemplare non solo la gloria del Risorto, ma anche le tracce di risurrezione che Dio vuole imprimere nella nostra vita. Le letture di questa domenica ci portano in un percorso meraviglioso, che parte dalla testimonianza missionaria degli apostoli, passa per la promessa di un cielo nuovo e una terra nuova, e culmina nel comandamento dell’amore che Gesù ci consegna come stile di vita.
La missione che nasce dall’esperienza di Dio (Atti 14,21b-27)
Nel brano degli Atti, vediamo Paolo e Barnaba che ritornano tra le comunità cristiane nate dalla predicazione del Vangelo, e raccontano con gioia tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro. È importante notare: non raccontano quello che loro hanno fatto, ma ciò che Dio ha compiuto attraverso di loro. Questo è lo stile del cristiano: non vantarsi, ma riconoscere con umiltà che Dio agisce nella nostra vita, anche attraverso le fragilità.
Ecco allora la prima domanda che ci interpella:
Cosa Dio sta facendo nella mia vita?
Forse non sempre ce ne accorgiamo, ma se ci fermiamo un attimo, possiamo riconoscere tante piccole “missioni” che ci sono affidate: in famiglia, nel lavoro, tra gli amici, anche nei momenti difficili. Come Paolo e Barnaba, anche noi siamo chiamati a “ritornare” alle nostre comunità – alla nostra famiglia, al nostro ambiente quotidiano – per portare la buona notizia che Dio è presente e agisce.
Dio asciugherà ogni lacrima (Apocalisse 21,1-5a)
In mezzo a questo mondo spesso ferito, pieno di dolori e ingiustizie, la seconda lettura ci offre una delle immagini più consolanti della Bibbia:
“Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi.”
Questa promessa è rivolta a ciascuno di noi. Non è solo un’immagine del futuro lontano, del Paradiso: è una realtà che inizia già ora, ogni volta che scegliamo di amare, perdonare, curare, consolare.
La famiglia può diventare questo “cielo nuovo e terra nuova”, se lasciamo spazio a Dio. Anche nei momenti di fatica – un matrimonio in crisi, un figlio che si allontana, un dolore che sembra non finire – Dio non è assente, ma sta facendo nuove tutte le cose, spesso in silenzio, come una carezza che asciuga una lacrima.
Pensa a qualcuno che hai visto soffrire e che hai aiutato, anche solo con una presenza silenziosa: lì Dio stava asciugando una lacrima attraverso di te.
Vi do un comandamento nuovo (Giovanni 13,31-35)
Il cuore del Vangelo di oggi è il “comandamento nuovo” di Gesù:
“Che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.”
Questo amore non è sentimento passeggero, non è gentilezza occasionale. È un amore concreto, totale, esigente, come quello di Gesù che lava i piedi ai suoi discepoli e si dona sulla croce.
Gesù non dice solo: “Amate”, ma “come io ho amato voi”. E come ci ha amato? Con un amore che accoglie anche il traditore, che perdona chi lo rinnega, che rimane fedele anche quando viene abbandonato.
Allora, come possiamo vivere questo amore?
In famiglia, amando anche quando l’altro non lo merita, scegliendo il dialogo, la pazienza, il perdono.
Con gli amici, non chiudendoci nel giudizio, ma aprendo spazi di comprensione e ascolto.
Sul lavoro, testimoniando onestà, rispetto e spirito di servizio, anche in un ambiente competitivo.
Ogni atto di amore è una risurrezione concreta, una pietra ribaltata nel sepolcro della nostra indifferenza.
I legami tra le letture: un’unica storia di amore che si fa carne
Tutte le letture di oggi ci raccontano un’unica storia: Dio agisce nella storia attraverso l’amore vissuto e testimoniato.
Gli Atti ci mostrano l’amore che annuncia e costruisce comunità. L’Apocalisse ci dona l’amore che consola e rinnova. Il Vangelo ci chiede l’amore che serve e si dona.
E il Salmo 144, che abbiamo pregato, ci ricorda che il Signore è misericordioso e grande nell’amore, buono verso tutti, fedele in ogni parola. È questa lode continua che sgorga da chi ha fatto esperienza del Suo amore.
Fratelli e sorelle,
in un mondo che spesso predica l’egoismo, l’indifferenza e il sospetto, il comandamento dell’amore ci appare come la vera rivoluzione cristiana.
Non cambieremo il mondo con le polemiche, ma con l’amore gratuito.
Non convinceremo gli altri con le parole, ma con la vita.
Lasciamoci allora amare da Cristo, perché solo chi si sente amato, può amare davvero. E nel nostro piccolo, in famiglia, sul lavoro, nella società, diventiamo anche noi mani di Dio che asciugano le lacrime, voci che annunciano speranza, cuori che battono d’amore per ogni fratello.
Amen.
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