
Terzo ed ultimo giorno: quando la fede diventa vita. Un momento di grazia che ci ha uniti come un solo cuore
L’aria è carica di un’emozione palpabile mentre anche tu varchi la soglia della Chiesa della Risurrezione, gremita come non mai. Le panche tutte occupate: anziani che accarezzano il rosario con dita tremanti. Tutti qui per Lui.
L’ultima sera degli esercizi spirituali ci ha regalato un’atmosfera indescrivibile. Eri lì con noi? Hai sentito anche tu quella presenza speciale che riempiva ogni angolo della chiesa?
Vediamo insieme cosa è successo…
L’inizio che ci ha commosso
Fra’ Tonino ha aperto l’incontro con parole che ci hanno trafitto il cuore:
“Come la Maddalena, tutti noi sappiamo amare… ma spesso amiamo nel modo sbagliato”.
Hai notato come in quel momento tante persone abbassavano lo sguardo? Forse, come me, hanno pensato alle volte in cui abbiamo cercato l’amore nei posti sbagliati…
Lo sguardo che ci trasforma
“Fermati un attimo – ci ha detto – senti su di te lo sguardo di Gesù che dice: ‘Ti ho guardato e ti ho amato'”.
In quel silenzio improvviso, hai sentito anche tu quel brivido speciale? Qualcuno piangeva in fondo alla chiesa… forse aveva finalmente capito di non essere solo.

Il Vangelo che ci scuote
Quando ha proclamato il brano del vangelo di Matteo 16,21-28, ogni parola sembrava scritta per noi:
“Prendi la tua croce…” – e tu, qual è la croce che stai portando in questi giorni?
Vedevo persone accanto a me che stringevano più forte le mani, come per trovare il coraggio di continuare.
I tre passi per la vera vita, i tre imperativi che cambiano tutto
Fra’ Tonino ci ha indicato la strada con tre verbi che risuonano ancora nelle nostre orecchie:
- RINNEGA quell’“io” che vuole sempre primeggiare – Quell’orgoglio che ti isola
- PRENDI quella croce che tanto temi – Quella croce che nascondi
- SEGUI senza calcolare il prezzo – Quel passo nel buio che temi
Ti rendi conto? Queste non sono parole di 2000 anni fa… sono il nostro oggi!
La solitudine che unisce
“La prova più grande è sentirsi soli” ha detto fra’ Tonino. Ma guardandoci attorno in quella chiesa piena, abbiamo capito una verità meravigliosa: con Cristo, anche nella solitudine non siamo mai veramente soli.
L’abbraccio di Maria
“La Madonna ci aiuta a riparare i nostri errori”
Il dono che portiamo a casa
Alla fine, ci siamo sentiti tutti diversi:
- Qualcuno ha trovato il coraggio di perdonare
- Qualcun altro ha accettato la sua croce
- Tutti abbiamo capito che essere discepoli è la nostra vera identità.
E tu? Cosa porterai nel cuore di questi tre giorni indimenticabili?
“Gli esercizi sono finiti, ma il cammino continua… e ora siamo pronti a vivere da veri discepoli!”
“Grazie di cuore: un popolo in cammino verso la luce”
Un abbraccio di gratitudine che nasce dall’anima.
Mentre le luci nella nostra amata chiesa si spegnevano lentamente sull’ultimo incontro, la gratitudine che si faceva carne.
A Fra’ Tonino Bono, l’uomo che ci ha guidato in questo cammino:
Grazie per quelle parole che sapevano essere come martellate e carezze insieme.
Grazie per averci mostrato Cristo non come un’idea, ma come l’Uomo dei dolori che ci comprende.
Grazie per ogni “Amen” gridato, per ogni silenzio rispettato, per averci ricordato che la vera liberazione inizia quando smettiamo di fingere.
Alla nostra Comunità Parrocchiale, colonna di questa esperienza:
Grazie a padre Fortunato De Luca, pastore che sa farsi compagno di viaggio.
Grazie al diacono Tonino Maiorana, che con la sua testimonianza di vita ci incoraggia a non mollare.
Grazie agli operatori pastorali, ai coristi, a quelle signore che preparavano i fiori – ogni gesto è un mattone in questa casa spirituale.
A voi, fratelli e sorelle, folla che avete riempito ogni spazio:
Grazie per quei 300 volti diversi uniti in un unico sguardo verso l’altare.
Grazie per i giovani, per gli anziani che reggevano i nostri passi con la loro preghiera.
Grazie per ogni “scusa” mormorata quando si entrava in ritardo, per ogni fazzoletto condiviso, per quelle mani che si stringevano durante il Padre Nostro senza bisogno di presentazioni.
Un dato che ci sbalordisce:
Quella folla cresciuta giorno dopo giorno – da 100 a 300 anime – non è un numero. È il segno che la sete di Dio brucia ancora. È la prova che quando la Parola viene annunciata con fuoco, le panche non bastano più.
L’invito che resta:
Questi esercizi sono finiti, ma la vera sfida inizia ora:
- Porteremo questa luce nelle nostre case?
- Sapremo essere samaritani per chi ancora attinge a pozzi vuoti?
- Riconosceremo negli occhi degli altri lo stesso sguardo di Cristo che ci ha cambiato?
La Promessa:
Quella porta rimarrà sempre aperta. Quel pozzo – il nostro fonte battesimale – non si esaurirà mai. E quando ci rivedremo alla Messa domenicale, non saremo più estranei: saremo famiglia.
“Grazie a voi tutti – pellegrini, cercatori, figli ritrovati – per aver reso questi giorni un vero anticipo del Cielo!”
Grazie a tutti voi che avete reso questa esperienza un vero miracolo di comunione!
La comunità di Santa Maria dell’Idria vi aspetta per continuare insieme questo cammino di fede.
L’addio che è un inizio
Uscendo, il cielo stellato ti avvolge. Domani sarà un altro giorno… ma tu non sei più lo stesso.
“Grazie per aver camminato con noi. Ora tocca a te portare questa luce!”
Con affetto in Cristo,
Padre Fortunato e diacono Tonino

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