
Una giornata intensa, ricca di spiritualità e riflessione, quella vissuta oggi all’Istituto Cristo Re di Messina, dove si è tenuto l’incontro organizzato dalla Conferenza Episcopale Siciliana (CESI) e dal Centro Regionale Permanente per la Formazione del Clero “Madre del Buon Pastore”. Il tema, “La diaconia della speranza”, ha guidato i partecipanti in un percorso profondo e toccante, alla scoperta del ruolo della speranza nella vita cristiana, soprattutto in un’epoca segnata da sfide spirituali e sociali senza precedenti.
L’evento ha visto la partecipazione di circa 70 diaconi, accompagnati dalle rispettive mogli, provenienti dalle diocesi di Messina, Catania, Acireale, Caltagirone e Noto. Una rappresentanza significativa della Chiesa siciliana, riunita per riflettere, pregare e confrontarsi su temi cruciali come la crisi della fede, il calo vocazionale e il servizio ai poveri.
La giornata è stata aperta dai saluti di Mons. Antonio Sapuppo, responsabile regionale per la formazione dei diaconi, e di Mons. Giuseppe Brancato, responsabile diocesano. Entrambi hanno sottolineato l’importanza di questo incontro come momento di formazione e rinnovamento spirituale, soprattutto in un contesto storico in cui la fede è spesso messa alla prova. Hanno ricordato che “la diaconia non è solo un servizio, ma una vocazione che nasce dall’ascolto di Dio e dei fratelli”, e hanno invitato i presenti a “vivere la speranza come un dono da condividere, soprattutto con chi è nel bisogno”.

A seguire, in collegamento via Skype, è intervenuto il prof. don Vito Impellizzeri, relatore principale dell’incontro. Il suo intervento, denso di spunti teologici e pastorali, ha offerto una visione profonda e innovativa del tema della speranza, intrecciandola con la fede e la carità. Don Vito ha parlato di un “inedito scambio teologale” tra speranza e fede, reso possibile dalla carità, che diviene il ponte tra l’uomo e Dio.

Ha poi affrontato con lucidità la crisi della fede, sia a livello comunitario che familiare, evidenziando come oggi la fede sia spesso ridotta a un fatto puramente personale. “La fede non può essere relegata alla sfera privata perché è per sua natura comunionale e missionaria“. Ha poi puntato l’attenzione sulla “crisi domenicale”, ovvero la perdita di centralità della domenica come giorno di incontro con Dio e con la comunità. Don Vito Impellizzeri ha sottolineato la necessità di “rivalutare la domenica”, riportandola al cuore della vita cristiana, e ha parlato di una “tensione corale” tra l’altare e la povertà, tra il sacro e il servizio ai più bisognosi.
Uno dei momenti più toccanti dell’intervento è stato quando don Vito ha approfondito il tema della speranza legata ai poveri. “La speranza dei poveri è la speranza grazie ai poveri, e la speranza di Dio è la speranza grazie a Dio”, ha affermato, richiamando l’attenzione sulla centralità dei poveri nel messaggio evangelico. Alla domanda “Cosa spera il povero?”, ha risposto con una provocazione: “Dobbiamo farci poveri per poterci relazionare”.
Don Impellizzeri ha ricordato che ascoltare i poveri equivale ad ascoltare Dio, citando la parabola del Buon Samaritano come esempio di come il servizio al prossimo sia un atto di amore verso Dio stesso. “I poveri – ha detto – non sono solo destinatari della nostra carità, ma sono sacramento di Cristo, presenza viva di Dio nel mondo”.
Concludendo il suo intervento, don Vito Impellizzeri ha ricordato che “la speranza di Dio è quella di non perdere nessuno”, richiamando la parabola del Figliol Prodigo. Ha lasciato i presenti con due frasi che risuoneranno a lungo nei cuori:
“Spesso mio fratello non è nato da mia madre” e “I poveri sono sacramento di Cristo”.
Parole che invitano a riconoscere il volto di Cristo in ogni fratello bisognoso e a vivere la diaconia come servizio concreto e amorevole.
Dopo il ricco momento di riflessione, i partecipanti hanno vissuto un tempo di condivisione fraterna, durante il quale hanno potuto confrontarsi sulle sfide pastorali delle rispettive comunità. A seguire, la celebrazione della Santa Messa ha rappresentato il culmine spirituale della giornata, con una preghiera corale per chiedere a Dio la grazia di vivere la speranza come dono e missione.
L’incontro si è concluso con un pranzo comunitario, durante il quale i diaconi e le loro famiglie hanno potuto rafforzare i legami di fraternità e rinnovare il loro impegno al servizio della Chiesa e dei più bisognosi.
Un segno di speranza per la Chiesa siciliana
L’evento ha rappresentato un’importante tappa nel cammino di formazione permanente del clero e dei diaconi, offrendo strumenti concreti per affrontare le sfide del nostro tempo con fede, speranza e carità. In un mondo spesso segnato dall’individualismo e dalla disperazione, la Chiesa siciliana ha dimostrato di voler essere un faro di luce e di speranza, portando avanti con coraggio la missione di annunciare il Vangelo attraverso il servizio e l’amore verso i più fragili.
diac. Tonino Maiorana
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1 thought on “La diaconia della speranza: un incontro di fede, carità e rinnovamento.”