
Lettera aperta alla V ACR dell’ITT Ettore Majorana di Milazzo”
Carissimi ragazzi e ragazze, ci siamo.
Quel momento che sembrava così lontano, quasi irreale, adesso è qui. L’Esame di Stato è alle porte.
Lo abbiamo atteso, temuto, sognato… ed eccoci. Ma non è solo un esame. È un confine. Un passaggio. È la soglia tra ciò che siete stati e ciò che potrete diventare.
Mentre scrivo (leggo) queste parole, sento un groviglio di emozioni che mi attraversa il cuore. Perché in voi non ho mai visto soltanto studenti. Ho visto anime. Giovani uomini e donne in cammino, con sogni, paure, slanci e fragilità. E io, con tutta la discrezione possibile, ho provato a camminare accanto a voi.
Come insegnante. Come diacono. Come uomo.
Abbiamo condiviso cinque anni che non si dimenticano.
Cinque anni di lezioni e di vita.
Cinque anni di risate fragorose e silenzi densi, di mattine assonnate e giorni infiniti. Cinque anni di parole dette, di sguardi complici, di errori, conquiste, abbracci e cadute.
Cinque anni che hanno lasciato un’impronta. Viva. Vera. Indelebile.
Perché voi siete stati qualcosa di più di una semplice classe.
Siete stati un piccolo universo, con le sue regole, i suoi ritmi, i suoi affetti.
Una comunità di voci diverse, ma capaci di farsi coro. Di discutere, sì, ma anche di crescere insieme. E questo – lasciatemelo dire – è raro. È prezioso.
Rivedo i vostri volti. I sorrisi spontanei, gli occhi lucidi, i gesti gentili. Risuonano in me le risate scoppiate nei momenti meno opportuni, le domande che mi hanno fatto riflettere più di mille libri. E sento ancora il peso e la bellezza di aver fatto parte – per un tratto – del vostro viaggio.
L’ITT Ettore Majorana per voi non è stata solo una scuola. È stata casa. È stata rifugio. È stata palestra di vita. E voi l’avete riempita di senso, di presenza, di futuro.
Ora, però, è tempo di andare.
Non indietro. Non altrove. Ma avanti.
Ciascuno di voi prenderà la propria strada.
C’è chi continuerà a studiare, chi cercherà il proprio posto nel mondo del lavoro, chi partirà, chi resterà. Ma qualunque sia la via che sceglierete, ricordate: il futuro non si aspetta. Si costruisce. Ogni giorno. Con le mani, con la testa, e soprattutto con il cuore.
E oggi, più che mai, avete bisogno di credere in voi stessi.
Fermamente. Ostinatamente.
Un pensiero speciale per voi, ragazzi:
Non confondete la forza con l’arroganza.
La vera forza è nella gentilezza. È nella capacità di ascoltare, di dubitare, di chiedere aiuto, di restare fedeli a ciò in cui si crede, anche quando il mondo sembra andare da un’altra parte.
Siate uomini liberi. Con uno sguardo che accoglie e costruisce. Non permettete mai a nessuno di dirvi chi siete. La vostra dignità è sacra. È inviolabile.
E a voi, ragazze splendide:
Siate fiere della vostra intelligenza, della vostra sensibilità, della vostra bellezza interiore. Non permettete mai che qualcuno vi dica che “non potete”.
Perché potete.
Potete tutto.
Con grazia. Con tenacia. Con quella forza silenziosa che – da sempre – muove il mondo.
Siate donne radicate nella realtà, ma capaci di volare con i sogni. Perché non c’è nulla di più rivoluzionario che restare se stesse.
E ricordate: questo esame non vi definisce.
Un voto non racchiude la ricchezza che abita in ciascuno di voi.
La gentilezza, l’onestà, la sete di verità, la capacità di amare: questi sono i titoli che contano davvero nella vita.
Le pagine dei vostri quaderni si stanno chiudendo.
Ma davanti a voi si apre un libro bianco.
Siete voi gli autori. Scrivetelo con coraggio, con autenticità, con passione. E sarà una storia bellissima, se porterete con voi l’amicizia, la lealtà, la fede, il coraggio di essere veri.
Io vi affido a Dio. Come diacono. Come prof.
Che Lui sia al vostro fianco nei giorni di luce e in quelli più oscuri, nelle decisioni difficili e nelle scelte che vi faranno tremare. Lui c’è. Sempre. E non mancherà mai.
E sappiate che, in me, avrete sempre un porto sicuro.
Un sorriso pronto. Una preghiera che vi accompagna.
E, permettetemelo ancora una volta…
Un prof che vi ha voluto – e vi vorrà sempre – un bene immenso.
Buon esame. Buona vita. Buona strada.
E che ogni vostro sogno abbia radici nella verità…
e ali nella speranza.
Con affetto e stima profonda,
Il vostro prof. di religione, Tonino Maiorana
Diacono della Chiesa cattolica e vostro compagno di viaggio
Autore
Scopri di più da A.M.
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Grazie, Tonino, credo che tu abbia interpretato al meglio il pensiero di tutti noi.
Grazie a te Massimo e a tutto ilconsiglio di classe. Siamo una bella squadra.