
Domenica delle Palme C (rosso)
«Benedetto colui che viene nel nome del Signore!»
LEZ. FEST. Anno C (pag.109)
Lc 19, 28-40: Benedetto colui che viene nel nome del Signore
Is 50, 4-7: Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo
di non restare confuso.
Sal 21: Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?
Fil 2, 6-11: Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò.
Lc 22,14–23,56 Opp. 23,1-49: La passione del Signore.
Fratelli e sorelle, oggi con un cuore diviso tra l’esultanza e il tremore, celebriamo l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme (Lc 19,28-40). La folla lo acclama come un re, ma quel re cavalca un asino, simbolo di pace e umiltà. È lo stesso re che, pochi giorni dopo, sarà inchiodato alla croce. Questo paradosso è il cuore del Vangelo e trova eco nelle letture odierne, che ci guidano a contemplare il mistero di un Dio che si fa servo, che trasforma la sofferenza in amore redentivo.
Il Servo Sofferente: la profezia di Isaia
La prima lettura (Is 50,4-7) ci presenta il “Servo di Jahvè”, figura che anticipa Cristo: “Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi”. Isaia descrive un uomo che, nella sofferenza, non si ribella ma si affida.
Attualizzazione: Quante volte, nella nostra vita, affrontiamo umiliazioni: in famiglia (litigi non risolti), al lavoro (ingiustizie subite), nelle relazioni (tradimenti). Cristo ci insegna a rispondere non con la rivalsa, ma con la fermezza dell’amore. Come?
– Nella famiglia: Di fronte alle incomprensioni, scegliamo il dialogo paziente.
– Nel lavoro: Anche se sfruttati, agiamo con integrità, testimoniando la dignità cristiana.
L’inno crostologico: umiliazione ed esaltazione
San Paolo (Fil 2,6-11) ci regala uno dei testi più profondi del NT: Cristo, “pur essendo Dio, svuotò se stesso”. L’umiliazione della croce diventa la scala della gloria.
Esperienza: Pensiamo a chi, oggi, “si abbassa” per amore:
– Genitori che rinunciano a carriere per i figli.
– Medici, volontari, che servono gli ultimi.
– Giovani che scelgono la modestia in un mondo che esalta l’apparire.
Domanda: Dove posso “abbassarmi” per elevare qualcuno?
Il grido e il silenzio: Salmo 21 e la Passione
“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Sal 21). Questo grido, ripetuto da Gesù sulla croce (Lc 23,46), è l’urlo dell’umanità ferita. Ma è anche un salmo che si conclude con la lode: Dio non abbandona chi spera in Lui!
Attualizzazione:
– Nella malattia, nel lutto, nelle crisi spirituali, possiamo sentirci come Gesù. Ma la croce ci dice: “Il silenzio di Dio non è assenza, ma presenza che trasforma il male in bene”.
– Esempio: Un malato che offre le sue sofferenze per gli altri, unendo la sua croce a quella di Cristo.
La Passione: Luca 22–23 – L’amore che vince
Nel racconto della Passione, Luca accentua la misericordia di Gesù:
– Perdona i suoi crocifissori (23,34).
– Promette il paradiso al ladrone (23,43).
– Muore affidandosi al Padre (23,46).
Riflessione:
– Nella quotidianità: Siamo chiamati a perdonare come Lui, anche quando è umanamente impossibile.
– Nella comunità: La Chiesa è fatta di peccatori perdonati, non di perfetti.
Portare le palme nella vita**
Oggi agitiamo palme, ma la vera palma è la croce, segno di vittoria.
Come vivere questa settimana santa?
Adorare: Fermarci davanti al Crocifisso, lasciandoci amare.
Servire: Imitare Cristo lavando i “piedi” degli ultimi (gesti concreti di carità).
Sperare: La passione non è l’ultima parola. La risurrezione ci attende!
“Benedetto colui che viene nel nome del Signore!” Accogliamolo non solo oggi, ma ogni giorno, nelle nostre case, nelle nostre croci, nella nostra gioia. Amen.
Buona settimana Santa, diacono Tonino Maiorana
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