
Prima giornata di spiritualità pasquale nella Chiesa della Risurrezione della parrocchia di Santa Maria dell’Idria in Barcellona.
Nella penombra calda e raccolta della Chiesa della Risurrezione, illuminata dai raggi del sole si è aperta questo pomeriggio la tre giorni di spiritualità organizzata dal parroco don Fortunato De Luca e dal diacono Tonino Maiorana. Ad animare l’incontro, davanti a un centinaio di fedeli, fra’ Tonino Bono, esorcista dell’Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, che con voce intensa ha guidato l’assemblea in un viaggio al pozzo di Sicar, là dove Cristo incontra la samaritana (Gv 4,5-42).
“Non lasciate che la fede diventi abitudine”
Fra’ Tonino, con il suo tono diretto e appassionato, ha subito sfidato i presenti: “Quando entriamo in chiesa, siamo come Maria e le pie donne ai piedi della Croce, o come i sacerdoti e i soldati che stavano in disparte, indifferenti?”. Poi, fissando l’altare, ha aggiunto: “Se la Parola di Dio non ci trafigge come una spada, se non scava il cuore come acqua viva, allora tutto è sterile”.
Don Fortunato, seduto in fondo alla chiesa, annuiva in silenzio, mentre il diacono Maiorana, con il suo sguardo attento, sembrava raccogliere ogni parola per custodirla nel cuore.

“Gesù è stanco per te, ma non si arrende”
Con immagini evocative, fra’ Tonino ha descritto la scena del Vangelo: “Mezzogiorno, sole cocente. Gesù, sfinito, si siede al pozzo. Non è un caso: è lì per incontrare lei, quella donna senza nome, simbolo di ogni peccatore. Lui è lo Sposo fedele, JHWH che non tradisce; lei è l’infedele, eppure Cristo la aspetta”.
“Quel ‘Dammi da bere’ – ha proseguito – non è solo sete d’acqua, ma sete d’amore. Gesù brama la nostra miseria, perché lì può versare la misericordia”. Tra i banchi, qualcuno si asciugava gli occhi. Un invito a condividere la nostra povertà, perché “i poveri e i malati sono le due categorie predilette da Gesù”.
“Da peccatrice a missionaria: il miracolo dell’incontro”
Fra’ Tonino ha sottolineato come la samaritana, inizialmente diffidente, cambi progressivamente il modo di chiamare Gesù: da “viandante” a “Signore”, poi “profeta”, infine “Messia”. “È il cammino di chi si lascia smascherare dalla Verità – ha spiegato – Come Osea, che Dio chiama a sposare una prostituta per mostrare il suo amore folle per Israele (Os 1,2), così Cristo cerca noi, nonostante le nostre infedeltà”.
“Quella donna, dopo l’incontro, lasciò la brocca e corse ad annunciare” (Gv 4,28). È questo il frutto della vera conversione: non trattenere l’acqua viva, ma donarla al mondo.
Tre passi per la vera conversione
Prima di concludere, fra’ Tonino ha consegnato tre imperativi:
- Accogliere – “Lasciatevi interrogare da Cristo, come la samaritana”
- Ascoltare – “La Parola sia luce che vi sveglia dall’abitudine”
- Agire – “Quella donna lasciò la brocca e corse ad annunciare. E voi?”
Al termine della celebrazione Eucaristica, un silenzio carico di emozione ha riempito la navata. Fra Tonino, padre Fortunato e il diacono Tonino, sorridenti, salutavano i fedeli, mentre fuori, nel sagrato, il cielo stellato sembrava eco della Parola risuonata: “Chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno” (Gv 4,14).
Appuntamento a domani, ore 18, per il secondo incontro.
Autore
Scopri di più da A.M.
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.