
Evagrio Pontico, monaco e teologo del IV secolo, è noto per la sua profonda riflessione sugli otto vizi capitali, che egli chiama “gli otto spiriti della malvagità”. Tra questi, la lussuria occupa un posto centrale, essendo considerata una delle tentazioni più insidiose per l’anima, specialmente per coloro che aspirano alla purezza del cuore e alla vita ascetica.
La natura della lussuria
Per Evagrio, la lussuria (porneia) non è semplicemente un peccato legato alla sfera sessuale, ma un disordine dell’anima che allontana l’uomo dalla temperanza e dalla castità. Egli la descrive come un fuoco che si alimenta attraverso la vicinanza alle occasioni di peccato:
“L’olio alimenta il lume della lucerna e la frequentazione delle donne attizza la fiaccola del piacere.” (Cap. 4, PG)
La lussuria, dunque, non nasce dal nulla, ma si nutre di stimoli esterni e interni. Come un mercantile mal zavorrato è travolto dai flutti, così la mente intemperante è preda dei pensieri impuri.
La difesa contro la lussuria
Evagrio non si limita a descrivere il male, ma indica anche la via per resistervi:
La fuga dalle occasioni prossime
“Rimane invulnerabile alle frecce nemiche colui che ama la tranquillità, chi invece si mescola alla folla riceve in continuazione percosse.” (Cap. 4, PG)
La solitudine e la preghiera sono armi fondamentali per il monaco, che deve evitare ogni situazione che possa accendere la passione.
Il controllo dell’immaginazione
“Non avere familiarità a lungo con un volto immaginato affinché non ti si appicchino le fiamme del piacere.” (Cap. 6, PG)
Anche il semplice ricordo può diventare pericoloso se coltivato, perché la fantasia alimenta il desiderio.
La temperanza nel cibo e nelle relazioni
“La passione della lussuria ha le fondamenta nella sazietà.” (Cap. 5, PG)
La gola e la lussuria sono strettamente collegate: un corpo sazio è più incline ai piaceri carnali.
La meta: l’apátheia (impassibilità)
L’obiettivo ultimo del combattimento spirituale è raggiungere l’apátheia, ovvero la libertà dalle passioni disordinate. Ma Evagrio avverte:
“Se in mezzo alle donne la passione sta tranquilla, non prestare fede a chi ti annuncia che hai raggiunto l’apátheia.” (Cap. 6, PG)
La vera castità non è assenza di tentazioni, ma dominio su di esse, ottenuto attraverso l’ascesi, la preghiera e la vigilanza.
La lussuria, per Evagrio Pontico, è un nemico subdolo che si combatte con la prudenza, la fuga dalle occasioni pericolose e la custodia del cuore. La sua analisi, sebbene radicata nel contesto monastico, offre spunti validi anche per l’uomo moderno, chiamato a discernere e dominare le proprie passioni per vivere in libertà e purezza.
La lotta è dura, ma la vittoria, con l’aiuto della grazia, è possibile.
La lussuria, oggi come nel passato, rappresenta una sfida per il cristiano che cerca di vivere una vita virtuosa e orientata a Dio. Attualizzare questo vizio capitale alla luce degli insegnamenti di Evagrio Pontico richiede un’analisi che tenga conto sia della sua prospettiva spirituale sia delle dinamiche della società contemporanea.
La lussuria in Evagrio Pontico: una battaglia spirituale
La lussuria come illusione: Evagrio sottolinea che questo vizio seduce con immagini ingannevoli, promettendo piacere ma lasciando l’anima inquieta e lontana da Dio.
La solitudine e la vigilanza: Per i monaci, il combattimento contro la lussuria passava attraverso la sobrietà del cuore (nepsis), la preghiera continua e il controllo dei pensieri (logismoi).
La lussuria oggi: nuove forme e antiche tentazioni
Nella società odierna, la lussuria si manifesta in modi più subdoli e pervasivi rispetto al passato, grazie anche alla tecnologia e alla cultura dominante:
Pornografia digitale: L’accesso immediato a contenuti espliciti crea dipendenza e distorce la visione della sessualità, riducendo le persone a oggetti di piacere.
Relazioni liquide: La cultura del “tutto e subito” svuota l’amore della sua dimensione di dono e fedeltà, favorendo relazioni superficiali e consumistiche.
Eros mercificato: La pubblicità, i social media e l’intrattenimento spesso sfruttano il corpo e il desiderio sessuale per vendere, banalizzando la dignità della persona.
Come combattere la lussuria oggi, alla luce di Evagrio?
Evagrio suggerirebbe una battaglia spirituale integrale, adattata alle sfide odierne:
Custodia del cuore e dei sensi:
– Evitare occasioni di peccato (es. contenuti immorali online).
– Praticare il digiuno digitale, come forma moderna di ascesi.
Preghiera e meditazione:
– Contro i logismoi impuri, Evagrio consigliava la recita dei Salmi e l’invocazione del Nome di Gesù (prefigurazione della Preghiera del Cuore).
– Oggi, potrebbe tradursi in un uso consapevole della tecnologia, sostituendo i momenti di vuoto con letture spirituali o preghiere brevi (es. app di meditazione cristiana).
Vita sacramentale e direzione spirituale:
– La Confessione frequente e l’Eucaristia sono armi potenti per purificare il cuore.
– Un direttore spirituale può aiutare a discernere le tentazioni e a crescere nella castità.
Educazione alla vera bellezza:
– Contro la riduzione del corpo a merce, riscoprire la teologia del corpo (San Giovanni Paolo II) come espressione d’amore e dono.
– Coltivare amicizie sane e relazioni autentiche, che edificano anziché degradare.
Conclusione: dalla schiavitù del desiderio alla libertà in Cristo
Evagrio Pontico ricordava che “il monaco è colui che lotta per strappare da sé ogni lussuria” (Trattato pratico). Oggi, questa lotta non è riservata ai soli monaci, ma a ogni cristiano chiamato a vivere la santità nel mondo.
La lussuria, in fondo, è un desiderio distorto di pienezza, che solo Dio può colmare. Purificando il cuore attraverso la grazia, il cristiano può trasformare il desiderio in amore autentico, liberandosi dalla schiavitù dei piaceri effimeri per abbracciare la gioia duratura della comunione con Dio.
“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8).
diacono Tonino Maiorana
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