
Nella splendida cornice del Santuario del Carmine, che domina dall’alto la città di Barcellona Pozzo di Gotto e si affaccia sulle acque cristalline del Mar Tirreno, abbracciando con lo sguardo le Isole Eolie, il Capo Calavà e il Capo Milazzo, si è svolto un intenso e significativo ritiro spirituale degli Operatori Pastorali della Parrocchia di Santa Maria dell’Idria. Un momento di grazia, riflessione e rinnovamento interiore, guidato con sapienza e passione dal parroco don Fortunato De Luca, che ha scelto come tema centrale “Gesù, la luce vera”.
Il ritiro, articolato in diversi momenti di preghiera, meditazione e condivisione, ha offerto ai partecipanti l’opportunità di immergersi in un’atmosfera di profonda spiritualità, lontano dai rumori e dalle distrazioni della vita quotidiana. Il Santuario del Carmine, con la sua posizione privilegiata e il suo silenzio carico di storia e fede, è stato il luogo ideale per questo incontro con Dio, un vero e proprio “monte santo” dove elevare lo sguardo verso il cielo e lasciarsi illuminare dalla Parola di Gesù.
Il ritiro spirituale è iniziato con la preghiera dei Vespri, che ha introdotto i partecipanti in un clima di raccoglimento e ascolto. Le parole dei salmi, cantate nella pace del tramonto, hanno risuonato come un invito a riconoscere la presenza di Dio nella propria vita e a confidare nella sua misericordia. A seguire, è stata proclamata la lettura del Vangelo di Giovanni (9,1-41), il celebre brano del “cieco nato”, che ha offerto lo spunto per una meditazione profonda e coinvolgente tenuta da don Fortunato De Luca.
Don Fortunato, con la sua consueta capacità di comunicare il messaggio evangelico in modo chiaro e toccante, ha messo in luce alcuni aspetti fondamentali del brano, offrendo spunti di riflessione che hanno toccato il cuore di tutti i presenti. “Dio non è un castigamatti”, ha sottolineato, sfatando l’immagine di un Dio punitivo e distante, per restituire ai presenti l’immagine di un Padre misericordioso e amorevole, sempre pronto ad accogliere e a perdonare. Ha poi aggiunto: “Gesù non apre i nostri occhi in modo magico”, spiegando come la fede sia un cammino di crescita e di conversione, che richiede impegno, disponibilità interiore e soprattutto un cuore aperto alla sua grazia. Infine, ha definito la guarigione del cieco nato come “la parabola del passaggio dalle tenebre alla luce”, un invito a lasciarsi illuminare dalla verità di Cristo, che trasforma la vita e dona un senso nuovo a ogni esperienza.
Dopo la meditazione, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di dedicare del tempo alla riflessione personale, un momento prezioso per interiorizzare le parole ascoltate e confrontarsi con la propria esperienza di fede. In silenzio, ognuno ha potuto pregare, meditare e chiedere al Signore la grazia di vedere con i suoi occhi, di riconoscere la sua presenza nelle piccole e grandi cose della vita, e di diventare testimoni della sua luce nel mondo.
Il ritiro è proseguito con la celebrazione della Santa Messa, culmine della giornata, durante la quale la comunità si è riunita in preghiera per rendere grazie al Signore. Nell’omelia, don Fortunato ha ribadito l’importanza di lasciarsi illuminare da Gesù che dissipa le tenebre del peccato, della paura e dell’indifferenza, e ci chiama a essere portatori di speranza e di amore nel mondo. La Messa è stata un momento di comunione fraterna e di rinnovamento spirituale, in cui ciascuno ha potuto sentirsi parte viva della Chiesa, chiamata a vivere e annunciare il Vangelo.
La conclusione del ritiro è stata affidata all’Adorazione Eucaristica, un momento di intima comunione con Gesù, presente nell’Eucaristia. In silenzio e in preghiera, gli Operatori Pastorali hanno rinnovato il loro impegno a essere testimoni della luce di Cristo nel mondo, portando il Vangelo nella quotidianità della loro missione. Davanti al Santissimo Sacramento, esposto sull’altare, i partecipanti hanno potuto affidare al Signore le proprie fatiche, le proprie gioie e i propri desideri, chiedendo la grazia di camminare sempre nella sua luce.
Un’esperienza spirituale intensa e arricchente, che ha lasciato nei partecipanti un profondo senso di gratitudine e rinnovato entusiasmo per il servizio pastorale. Grazie alla guida sapiente di don Fortunato De Luca e alla bellezza del luogo, il ritiro è stato un vero e proprio pellegrinaggio interiore, un passaggio dalle tenebre alla luce, alla scoperta di Gesù, “la luce vera” che illumina ogni uomo. Un’esperienza che ha rafforzato la fede, rinvigorito la speranza e acceso la carità, ricordando a tutti che, come il cieco nato, anche noi siamo chiamati a testimoniare con coraggio e gioia l’incontro con Cristo, che cambia la vita e la rende piena di significato.
Al termine del ritiro, i partecipanti sono tornati alle proprie case con il cuore colmo di gratitudine e la consapevolezza di essere stati toccati dalla grazia di Dio. Un’esperienza che rimarrà nel cuore di ciascuno come un faro luminoso, che guiderà i passi nel cammino della fede e del servizio alla comunità.
diacono Tonino Maiorana
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