
II Domenica di Quaresima C (viola)
«Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto»
LEZ. FEST. Anno C (pag.87)
Gen 15,5-12.17-18: Dio stipula l’alleanza con Abram fedele.
Sal 26: Il Signore è mia luce e mia salvezza.
Fil 3,17–4,1 (opp. 3,20–4,1): Cristo ci trasfigurerà nel suo corpo gloriosa.
Lc 9,28b-36: Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto.
Cari fratelli e sorelle,
in questa seconda domenica di Quaresima, la liturgia ci invita a salire sul monte con Gesù, per contemplare la sua trasfigurazione e lasciarci illuminare dalla luce della sua gloria. I brani ci guidano in un cammino di fede, di speranza e di trasformazione, mostrandoci come Dio sia fedele alla sua alleanza e come ci chiami a vivere una vita trasfigurata nella sua luce.
L’alleanza con Abramo: la fede che ci fa guardare al cielo
Nel primo brano, tratto dal libro della Genesi (15,5-12.17-18), Dio stipula un’alleanza con Abramo. Gli promette una discendenza numerosa come le stelle del cielo, nonostante Abramo sia anziano e senza figli. Abramo crede, e questa fede gli viene accreditata come giustizia. Dio, nella sua fedeltà, passa tra gli animali divisi, segno della sua presenza e del suo impegno irrevocabile.
Questa alleanza ci ricorda che Dio è sempre fedele alle sue promesse, anche quando noi fatichiamo a vedere il compiersi dei suoi disegni. Nella nostra vita, quante volte ci sentiamo come Abramo: davanti a situazioni che sembrano senza via d’uscita, davanti a sogni che tardano a realizzarsi, davanti a prove che mettono alla prova la nostra fede. Eppure, Dio ci chiede di guardare al cielo, di contare le stelle, di credere che con Lui tutto è possibile.
Nella famiglia, nel lavoro, nelle relazioni con gli amici, siamo chiamati a vivere questa fede: a credere che Dio è all’opera, anche quando non vediamo risultati immediati. La fede di Abramo ci insegna a fidarci, a lasciarci guidare, a camminare nella speranza.
Il Salmo 26: il Signore è mia luce e mia salvezza
Il Salmo 26 ci offre una preghiera di fiducia: «Il Signore è mia luce e mia salvezza». Questa luce è quella che illumina il nostro cammino, soprattutto nei momenti di oscurità. Nella Quaresima, siamo chiamati a cercare questa luce, a lasciarci guidare da essa, a non temere nulla, perché il Signore è con noi.
Nella nostra esperienza quotidiana, quanta volte ci sentiamo smarriti, confusi, oppressi dalle preoccupazioni?
Il Salmo ci ricorda che la nostra sicurezza non sta nelle nostre forze, ma nel Signore. È Lui la nostra roccia, il nostro rifugio.
Nella famiglia, quando ci sono tensioni o difficoltà, possiamo rivolgerci a Lui.
Nel lavoro, quando ci sentiamo sopraffatti dalle responsabilità, possiamo invocare la sua luce.
Con gli amici, quando ci sentiamo soli o incompresi, possiamo trovare in Lui la nostra forza.
La trasfigurazione: un anticipo della gloria
Nel Vangelo di Luca (9,28b-36), Gesù sale sul monte a pregare e, mentre prega, il suo volto cambia d’aspetto e le sue vesti diventano splendenti. È il mistero della trasfigurazione: un anticipo della sua gloria pasquale, un segno della sua divinità che si manifesta. Pietro, Giacomo e Giovanni sono testimoni di questa luce e sentono la voce del Padre che dice: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo».
La trasfigurazione ci ricorda che la nostra vita è chiamata a essere trasformata dalla luce di Cristo. Non siamo fatti per rimanere nella mediocrità o nella paura, ma per risplendere della sua gloria. Nella Quaresima, siamo invitati a salire sul monte con Gesù, a dedicare tempo alla preghiera, a lasciarci trasformare dalla sua presenza.
Nella nostra vita, questa trasfigurazione si realizza quando viviamo con fede e amore, quando portiamo la luce di Cristo nelle nostre famiglie, quando siamo testimoni della sua speranza nel lavoro e nelle relazioni. Quante volte, anche noi, come Pietro, vorremmo fermarci sul monte, lontani dalle fatiche quotidiane. Ma Gesù ci invita a scendere, a portare nel mondo la luce che abbiamo contemplato.
La nostra trasfigurazione in Cristo
San Paolo, nella lettera ai Filippesi (3,17–4,1), ci ricorda che la nostra cittadinanza è nei cieli e che Cristo trasfigurerà il nostro corpo umiliato, conformandolo al suo corpo glorioso. Questa è la nostra speranza: non siamo destinati alla morte, ma alla vita eterna. La nostra vita terrena è un cammino verso questa meta, un cammino di conversione e di trasformazione.
Nella nostra quotidianità, questa speranza ci sostiene.
Nella famiglia, quando ci sono difficoltà o incomprensioni, possiamo ricordare che siamo chiamati a vivere come figli della luce.
Nel lavoro, quando ci sentiamo stanchi o demotivati, possiamo trovare forza nella certezza che Cristo è con noi.
Con gli amici, possiamo essere testimoni di questa speranza, portando la gioia del Vangelo.
Fratelli e sorelle, in questa seconda domenica di Quaresima, la Parola di Dio ci invita a vivere nella fede, nella speranza e nella luce di Cristo. Come Abramo, siamo chiamati a credere nelle promesse di Dio. Come i discepoli sul monte, siamo invitati a contemplare la gloria di Cristo e a portare questa luce nel mondo.
Lasciamoci trasformare dalla preghiera, dall’ascolto della Parola, dalla carità verso i fratelli. Viviamo questa Quaresima come un tempo di grazia, in cui lasciarci trasfigurare dalla luce di Cristo, per essere testimoni della sua gloria nella nostra vita, nella famiglia, nel lavoro e in ogni relazione.
Che Maria, la Madre della luce, ci accompagni in questo cammino e ci aiuti a vivere con fede e speranza, nell’attesa della Pasqua eterna. Amen.
diacono Tonino Maiorana
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