La Pasqua di Cristo è fonte perenne del dono dello Spirito. Il Paraclito, promesso da Cristo e che il Padre manderà nel suo nome, esercita la preziosa missione di ricordarci quanto Gesù ha detto, ossia di consegnare al nostro cuore le sue intramontabili parole. È sempre lo Spirito a illuminare le decisioni della Chiesa nascente affinché rimanga fedele al suo Signore, nel discernere le strade per annunciare la libertà di Cristo ad ogni creatura. Ecco perché i credenti, segnati dal sigillo del Paraclito, non si lasciano turbare il cuore ma, al contrario, sperimentano la pace che niente e nessuno potrà mai strappare loro.
Il comandamento dell’Amore che Gesù consegna ai discepoli di ogni tempo costituisce il cuore della Liturgia odierna. La potenza dello Spirito con un amore smisurato ci ha raggiunti e trasformati, donandoci la possibilità di amare allo stesso modo con cui ci ha amati Dio.
RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE
Che ti amo Signore, non ho alcun dubbio; ne sono certo.
Con la tua parola hai toccato il mio cuore, e io ho cominciato ad amarti.
Ma che cosa amo amandoti?
Non una bellezza corporea né una grazia transitoria;
non lo splendore di una luce così cara a questi miei occhi;
non dolci melodie di svariate cantilene;
non un profumo di fiori, di unguenti e di aromi;
non manna né miele, non membra invitanti ad amplessi carnali.
Amando il mio Dio, non amo queste cose.
E tuttavia nell’amare lui amo una certa luce,
una voce, un profumo, un cibo ed un amplesso
che sono la luce, la voce, il profumo,
l’amplesso dell’uomo interiore che è in me, dove splende alla mia anima una luce
che nessun fluire di secoli può portar via,
dove si espande un profumo che nessuna ventata può disperdere,
dove si gusta un sapore che nessuna voracità può sminuire,
dove si intreccia un rapporto che nessuna sazietà può spezzare.
Tutto questo io amo quando amo il mio Dio.
Amen
(S. Agostino)