Gesù al centro della vita

diacono Antonino Francesco Maria Maiorana

VIII Domenica Tempo Ordinario anno C – Lc. 6, 39-42

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La bellezza della Chiesa sta nella sua ministerialità. Ogni battezzato ha un compito prezioso, specifico e unico per la realizzazione del Regno di Dio.

VANGELO
La bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.

Dal Vangelo secondo Luca – 6, 39-45
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:

«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.

Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.

Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».

Parola del Signore.

Riflessione:

Diacono Antonino Francesco Maria Maiorana

La bellezza della Chiesa sta nella sua ministerialità.

Ogni battezzato ha un compito prezioso, specifico e unico per la realizzazione del Regno di Dio.

Come in un puzzle ognuno deve stare al suo posto, è una casella importatnte per completare il quadro. Se sappiamo restare al nostro posto. allora siamo tutti utili ed indispensabili. Spesso però capita di voler fare quello che fanno gli altri, non avendone le competenze e le capacità, ma solo presunzione.

Gesù ci dice: “Può forse un cieco guidare un’altro cieco?”…aggiunge: “un discepolo non è più del maestro”.

La nostra tentazione più forte spesso è quella di esprimere giudizi affrettati, di sentirci superiori, migliori, più bravi e in alcuni casi addirittura “PERFETTI”.

Impariamo innanzitutto a giudicare noi stessi, il nostro modo di agire, prima di esprimere giudizi affrettati che talvolta risuonano come vere e proprie “SENTENZE”.

La nostra UMILTA’ sta nel saper accettare i consigli delle persone che ci stanno accanto. Questa è la correzione fraterna.

Prima di giudicare gli altri impariamo a giudicare noi stessi, a farci un vero e proprio “esame di coscienza”.

Impariamo a vedere gli altri con gli occhi di Gesù.

Ogni persona manifesta ciò che è!

Chi vive nell’AMORE, manifesterà amore, pace, gioia, serenità, perdono, carità, […]

Chi NON vive nell’AMORE, manifesterà, odio, tristezza, rancore, cattiveria, […]

Buona meditazione amici miei carissimi.

Diacono Tonino

 

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